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«L’Africa in Trentino», un incontro di (grande) lavoro/ 1

L’iniziativa ha dimostrato la vicinanza fra il Trentino e molti paesi di un continente che è deciso a crescere

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L’iniziativa «L’Africa in Trentino» si è svolta oggi al Buonconsiglio, riunendo molti degli ambasciatori dei paesi nei quali è più forte l’impegno trentino di solidarietà internazionale.
Dopo l’inaugurazione, a carico dell’assessore alla solidarietà internazionale e alla convivenza Lia Giovanazzi Beltrami e dell’arcivescovo di Trento Luigi Bressan, gli ambasciatori hanno presentanto il proprio Paese.
 
Nel pomeriggio, invece, si sono tenuti gruppi di lavoro che hanno permesso alle associazioni ed organizzazioni trentine di incontrare personalmente gli ambasciatori e le ambasciatrici.
Sono molte le organizzazioni ed associazioni trentine che operano nel continente africano e la maggior parte dei progetti appoggiati dall’assessorato alla solidarietà internazionale e alla convivenza sono rivolti proprio a questa zona del mondo.
 
L’incontro, infatti, si è svolto in un’atmosfera cordiale che riflette una grande voglia di continuare a lavorare insieme.
Perché l’Africa è oggi un continente vibrante che, come ha sottolineato l’ambasciatore senegalese Papa Cheick Saadibout Fallin, è decisa a crescere nonostante i conflitti e i problemi.
E lo sta già facendo, infatti alcuni paesi presentano una situazione di stabilità politica e di notevole crescita economica che in certi casi è del 10%.
 
Fattori comuni degli interventi degli ambasciatori, moderati dal capo ufficio stampa della Provincia Giampaolo Pedrotti, sono stati apprezzamento e gratitudine per l’impegno trentino nei loro paesi.
Il rappresentante del popolo Saharawi Omar Mih ha sottolineato quanto vitale sia l’impegno della solidarietà internazionale per il sostentamento del suo popolo, che vive in diversi campi di rifugiati distribuiti in una regione totalmente desertica.
 
Com’era inevitable nella presentazione del proprio territorio l’ambasciatore ha rivendicato la necessità di risolvere finalmente «l’ultimo conflitto coloniale dell’Africa», attraverso quel referendum per l’autodeterminazione che è stato promesso dalla comunità internazionale ormai vent’anni fa.
 
Attori comprimari di questo conflitto sarebbero stati il popolo Saharawi e il Regno del Marocco. Il primo rivendica la propria autonomia sul territorio del Sahara Occidentale.
L’ambasciatore marrocchino, invitato a prendere parte all’iniziativa, non era presente. Un'occasione perduta. 
 
Altra opportunità venuta meno è quella dell'auspicato incontro tra il rappresentante diplomatico della Somalia e quello dell'Etiopia.
Stavolta però la buona volontà c'era. Purtroppo l'ambasciatore di Etiopia si è sentito male sulla strada per Trento ed è stato ricoverato all'ospedale di Brescia. 
Abbiamo quindi parlato solo con il primo (nella foto in basso), che ha espresso chiaramente ciò che vorrebbe importare in Somalia dal Trentino: l'esperienza della cooperazione. L'insegnamento di ciò che siamo riusciti a fare senza disponibilità finanziaria e senza fini di lucro è una cosa di cui il suo Paese avrebbe assoluto bisogno.
E non è la prima volta che avvertiamo questa necessità, in primis l'Afghanistan. Forza ragazzi di Via Segantini, fatevi avanti.
   
Insomma, stamattina è stato un incontro di lavoro e non di immagine, come in mattinata aveva annunciato l’assessore Giovanazzi Beltrami.
Ha permesso di conoscere un’Africa alla quale siamo molto più vicini di quanto possa sembrare attraverso azioni di cooperazione in settori diversi come l’educazione, la sanità, l’agricoltura o il microcredito.
 
Eppure, proprio per la lunga esperienza che unisce la solidarietà trentina e molti paesi africani, l’atmosfera di oggi al Buonconsiglio non era quella di una visita istituzionale degli ambasciatori di nazioni lontane.
Sembrava, al contrario, un incontro fra persone conosciute, vicine e che si rivedranno presto.
 

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