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Cameron ha vinto e rimane alla guida del Regno Unito

La sua maggioranza c’è, a dispetto di tutte le previsioni, ma gli scozzesi sono diventati nazionalisti e gli anti europeisti sono il terzo partito del paese

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Rispetto agli exit poll, che abbiamo pubblicato stanotte, lo scostamento più importante è quello dei Liberaldemocratici, che non esistono più.
Per il resto è confermato che Cameron ha la maggioranza dei seggi in Parlamento, anche se risicata. E questo è avvenuto a dispetto di tutti i sondaggi effettuati prima delle elezioni.
Già in giornata riceverà l’incarico dalla Regina, ma è opportuno spendere due parole sull’andamento delle votazioni.
Anzitutto i conservatori di Cameron hanno 326 seggi su 650: il 50% più uno della maggioranza.
I laburisti hanno ottenuto 233 seggi, gli scozzesi 56. Al gallesi 3 seggi, a Nigel Farage 2, ai verdi 1, ad altri partiti 19 seggi.
 
Cameron aveva promesso un futuro migliore per tutti, e questo è un messaggio comune a tutti i politici in campagna elettorale, ma l’aveva promesso in particolare a coloro che non ce la fanno ad arrivare alla fine del mese e con preferenza a coloro che non vivono nei centri metropolitani.
In realtà però quello che ha concesso a Cameron di raggiungere il successo è la sua visione democratica del Paese. La sua concessione al referendum separatista per la Scozia è stato il più grande atto democraticp di un premier europeo. Come sappiamo, la Scozia aveva poi deciso di rimanere nel Regno Unito, ma Cameron non aveva esitato a rischiare di perderla.
Ora l’esperienza della democrazia più reale verrà estesa anche al Galles.
Una lezione che dovrebbe imparare anche il nostro premier Renzi. Accentrare il potere è antistorico anche nell’emergenza. Prendere spunti dagli enti che si sanno amministrare è vincente.

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