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Europa delle Regioni venerdì a «La ricerca va in città»

E in autunno una campagna Euregio sulle donne che hanno subito violenza

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Anche l’Europa delle Regioni è stata protagonista de «La notte della ricerca» durante un aperitivo scientifico al Bar Duomo con Valentina Piffer, segretario generale del Gect Euregio Tirolo-Alto Adige-Trentino e Jens Woelk, docente della Scuola di studi internazionali dell’Università di Trento e vicepresidente della Consulta per la riforma dello Statuto di autonomia.
 
Woelk ha cominciato la sua disamina storica partendo da un primo elemento, il piccolo accordo di scambio attraverso il confine del Brennero nel 1948, ricordando come «in primavera sia stata importante l’attività di mediazione dell’Euregio per evitare che venissero ristabiliti i controlli al Brennero».
Un momento nel quale «anche molti imprenditori hanno fatto sentire la loro voce protestando contro un’eventuale chiusura».
Negli anni Settanta cominciarono quindi spontaneamente le associazioni fra regioni limitrofe. Organismi che ebbero una propria base comune negli anni Ottanta, quando trovarono riferimento nella costruzione dell’Unione Europea.
Quindi negli anni Novanta, dopo la caduta del Muro di Berlino, ci fu «una sorta di rilassamento dopo la Guerra Fredda, con maggior spazio dato alle regioni, anche perché spesso sono regioni ed enti locali ad attuare il diritto dell’Unione».
Woelk aggiunge quindi dei riferimenti fotografici: dalla stretta di mano fra Degasperi e Gruber ai presidenti di Tirolo, Alto Adige e Trentino che vanno assieme a Roma e a Vienna per parlare della gestione dei flussi migratori.
 
Il professore spiega quindi che in alcune zone dell’Europa siano in corso processi di decentramento delle competenze: in Belgio, all’interno del Regno Unito con Scozia e Galles, fra Spagna e Catalunya.
Con i catalani, che hanno anche un proprio Gect , costituito assieme alle Isole Baleari e alle regioni del sud della Francia, l’Euregio ha un rapporto di collaborazione da due anni.
«Nel 2017 – spiega Piffer – organizzeremo assieme un progetto di scambio aperto ai giovani di Tirolo, Alto Adige e Trentino. Sulla sanità inoltre proporremo un progetto coordinato.»
La programmazione dei progetti 2017 dell’Euregio partirà con giunta e assemblea del Gect, fissate per il 19 ottobre a Castel Toblino, «con delle novità che riguarderanno soprattutto sanità, formazione e storia».
 
In autunno ci sarà anche una novità importante nell’ambito del sociale, perché partirà una campagna di sensibilizzazione congiunta fra Tirolo, Alto Adige e Trentino per le donne che hanno subito violenza.
Piffer ha parlato infine del Festival della gioventù Euregio, per i ragazzi tra i 16 ed i 19 anni, che vedrà la sua sesta edizione dal 5 all’8 aprile 2017 ed è stato premiato anche dall’Unione europea per la sua originalità.
«Ai ragazzi è stato chiesto di proporre delle idee, che poi sono state messe in pratica all’interno del territorio euroregionale. Una delle proposte scaturite dal festival è stata la Family pass, carta legata alla mobilità ferroviaria, per la quale si stanno definendo gli ultimi dettagli.»
 
Il Gect Euregio Tirolo-Alto Adige-Trentino è attivo dal 2011 ed ha una presidenza biennale a turno per i tre territori. Da ottobre 2015 a ottobre 2017 la presidenza (ed il segretariato generale) sono in capo al Trentino.
I Gect sono dei gruppi europei di cooperazione territoriale che trovano fondamento in un regolamento europeo del 2006.
Attualmente l’Euregio gestisce 55 fra progetti diretti e coordinati. Tra questi Piffer ha ricordato quelli più legati alla ricerca, i 200mila euro per l’Euregio mobility fund, fondo che sostiene la mobilità transfrontaliera di docenti universitari e ricercatori.
Sono in fase di valutazione infine 38 progetti presentati per la seconda call dell’Euregio research fund , sostanzioso fondo (1,4milioni di euro) dedicato alla ricerca transfrontaliera.

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