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Brexit: cosa succede adesso e cosa cambia per gli europei

Servirà il passaporto, le rette degli Erasmus raddoppieranno, il visto per lavoro sarà concesso a chi ha un contratto di almeno 28.000 euro all'anno

Boris Johnson aveva bisogno di recuperare in termini di credibilità, dopo aver gestito male la pandemia che ha colpito duramente anche il Regno Unito e un mancato accordo con l’Unione Europea sulla Brexit - fissato comunque per la fine dell’anno – lo avrebbe segnato come incapace.
Ora l’accordo è stato raggiunto, grazie alla buona volontà di Ursula von del Leyen, e questo significa quantomeno che i rapporti tra Gran Bretagna e Unione Europea non sono scesi a livello di paesi del Terzo Mondo, nel qual caso sarebbero stati introdotti dazi a tutti i livelli, con il conseguente crollo di un mercato che, oggi come oggi, rappresenta il valore di 700 miliardi l’anno.
Ora l’accordo deve essere sottoposto all’approvazione dei relativi parlamenti, ma il risultato è scontato.
 
Non appena firmato l’accordo, Boris Johnson ha annunciato alla nazione che la Gran Bretagna ha «ripreso il controllo» della propria sovranità, come era stato stabilito dal referendum di quattro anni fa.
Ha quindi rivendicato il successo della sua amministrazione, anche se vedremo solo nei prossimi anni se si tratta di un successo vero e proprio per il Regno Unito.
Ma cosa cambia effettivamente dal 1° gennaio 2021?
Beh, la cosa immediata sta nella assunzione di 1.100 nuovi funzionari per ripristinare le dogane e i servizi all’immigrazione, seguita dal timore che saranno a migliaia i TIR che sosteranno in attesa di qua e di là del tunnel sotto la Manica. Aspetto questo che ha imposto il rinvio dei controlli a fine giugno.
Ecco le cose che cambieranno.
 
Università e ricerca.
Il governo britannico è uscito dal programma Erasmus: dall’anno prossimo gli studenti europei dovranno chiedere il visto e, già che ci sono, le rette universitarie raddoppieranno (fino a 30mila euro l’anno), come già pagavano gli studenti extra europei.
 
Immigrazione e turismo.
Chi arriva per lavoro dovrà avere un visto, ottenibile solo se ha già un’offerta di lavoro in tasca e un salario previsto di almeno 25.600 sterline (circa 28 mila euro)
Se saranno agevolati i ricercatori con un dottorato in corso, saranno penalizzati i lavoratori più umili, i camerieri e i commessi. Il che potrebbe danneggiare in egual misura gli imprenditori britannici.
 
Finanza e valuta.
L’accordo non copre il settore finanziario, ma nella City m
Molte aziende si sono già messe ai ripari spostando sedi, attività e personale in Europa, il che ha portato all’esodo del meglio di banchieri e fund manager da Londra.
Un salasso per i fondi d’investimento made in Uk, che hanno visto oltre 2 miliardi di dollari ritirati dai loro portafogli.
Lo scorso anno l’interscambio fra Italia e Gran Bretagna era stato di circa 30 miliardi, con 20 miliardi di nostre esportazioni e dieci di importazioni.

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