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«Innovazione e crescita in un'Europa senza barriere»

Tavola rotonda con il vicepresidente Olivi nell’ambito della «Festa dell’Europa 2016»

Un’Europa laboratorio di innovazione, inclusiva, capace di valorizzare la risorsa immigrazione governando il fenomeno e, soprattutto, un’Europa senza barriere per non compromettere la libera circolazione delle merci e delle persone e per non contrastare il principio del libero mercato e della libera concorrenza.
Nella sfida della costruzione di questa «nuova Europa», l'Euregio può dare il proprio contributo come sistema territoriale integrato e come esempio di dialogo alla ricerca non di ciò che divide, ma di quanto accomuna.
Se n'è parlato ieri al Palazzo della Regione, a Trento, alla tavola rotonda intitolata «L’Europa del libero scambio, competitività e migranti: opportunità o limite?».
L'evento ha visto la partecipazione del vicepresidente della Provincia autonoma di Trento Alessandro Olivi e dei rappresentanti delle organizzazioni sindacali e delle categorie economiche, e si è svolto nell'ambito delle due giornate di appuntamenti a cura del Servizio Europa per festeggiare anche in Trentino la «Giornata dell’Europa».
 

 
Punto di partenza della tavola rotonda è stata la questione delle frontiere e soprattutto della barriera al Brennero, con le implicazioni sulla libera circolazione delle persone e le ricadute sul piano economico.
Ma l'incontro è stata l'occasione - alla luce della notizia giunta proprio ieri pomeriggio di un ripensamento dell'Austria rispetto ai controlli al Brennero - per una riflessione di ampio respiro sul futuro dell'Europa, con particolare riferimento alla sfera economica e al fenomeno migratorio.
«Le barriere ai confini – ha detto il vicepresidente della Giunta provinciale Alessandro Olivi esprimendo soddisfazione per la notizia sul ripensamento dell'Austria – negano l’idea costitutiva dell’Europa. Un'Europa che ha concepito regole improntate al principio della tutela della concorrenza cadrebbe in forte contraddizione con una politica di muri.
«Un reale interscambio e una libera circolazione di merci e persone basati su principi di parità sono elementi fondamentali per un'economia costruita su una piattaforma di integrazione fra i diversi paesi.
«Sul fronte immigrazione – ha aggiunto Olivi – dobbiamo renderci conto che un'Europa senza cittadini stranieri non può restare in piedi a causa della crisi demografica. Serve un'Europa aperta quindi, un laboratorio di innovazione che può crescere anche grazie al contributo dei migranti.
«Ma per un'Europa dell’integrazione delle culture dobbiamo definire un sistema di regole e ogni paese deve cedere parte della propria sovranità sul tema della sicurezza e della circolazione delle persone.»
 
Secondo Roberto De Laurentis, presidente dell'Associazione Artigiani e Piccole Imprese della provincia di Trento, «oggi l’Europa è un fatto meramente economico ed è bloccata nella crescita.
«Va creato del lavoro ma come farlo se le grandi fabbriche hanno delocalizzato la produzione in zone dove la manodopera costa poco e spesso è pure sfruttata? Abbiamo quindi delocalizzato non solo la ricchezza, ma anche il lavoro.
«Ben venga il melting pot – ha concluso De Laurentis – se si esprime coniugando diverse sensibilità ma con la capacità di definire una nazione europea che produca lavoro e ricchezza, guardando anche alle situazioni di disagio.»
 
Proprio le migrazioni verso l'Europa sono state al centro dell'intervento di Milena Sega, della segreteria confederale della Cisl del Trentino.
«I migranti – ha detto – devono essere un’opportunità ma bisogna attivare dei percorsi culturali rivolti a chi arriva e a chi accoglie, tema rispetto al quale manca una visione europea condivisa ed espressa attraverso un indirizzo comune.
«In materia di immigrazione serve dunque una visione lungimirante, tradotta in politiche che portino a pensare ad un futuro anche per gli stessi migranti nel contesto europeo.»
 
«Il tema centrale sono le paure che attraversano l'Europa, – ha affermato il segretario generale della Cgil del Trentino Franco Ianeselli. – C’è una crescita di chiusura nazionale, ma non bisogna chiudersi alle migrazioni, tenendo però presente che non possiamo considerare questo fenomeno solamente come un’opportunità dimenticandone le implicazioni. Sul piano dei mercati, l'unione economica verrebbe limitata dai controlli ai confini.
«Ma una sfida importante oggi – ha detto Ianeselli – è anche quella della costruzione di un'Europa sociale. Sinora ogni stato ha pensato al proprio sistema di welfare in un contesto di crescita.
«Oggi però – ha concluso il segretario della Cgil – vanno costruiti legami transnazionali e l’Euregio può contribuire a questo percorso coinvolgendo le comunità dei tre territori che rappresenta.»
 
Walter Alotti, segretario generale della Uil del Trentino, si è detto convinto della necessità dell'apporto dei migranti di fronte all'invecchiamento della popolazione.
«Un contributo, quello dei nuovi cittadini, non solo sul piano anagrafico ma anche previdenziale. L'apertura dell'Europa rispetto alle migrazioni è quindi necessaria, ma altrettanto importante è una regolamentazione dei flussi in entrata.
«Va quindi pensata una nuova politica di sicurezza europea capace di trovare un equilibrio fra controllo, mercato e migrazioni.
«Bisogna pensare – ha aggiunto Alotti – anche a politiche di sviluppo e investimento. Serve uno scatto in avanti per un'Europa nuova, aperta e sociale.»

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