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Back from Kenya/ 3 – A spasso per Tabaka

Il paese è il principale centro artigianale dove centinaia di uomini e donne scolpiscono, levigano e dipingono bellissimi oggetti in pietra saponaria

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A margine della visita all’ospedale di Tabaka, abbiamo trovato due ore di tempo per visitare i negozi degli artigiani che lavorano la pietra saponaria, la soap stone.
Un po’ su tutta la costa africana dell’Oceano Indiano si possono acquistare oggetti scolpiti nella pietra saponaria, presentati come prodotti tipici del Kenia. In effetti, la tradizione è keniana, ma gli artigiani che lavorano questa pietra si trovano tutti a Tabaka.
A dircelo è stata Tiziana Tabarelli (nella foto di fianco), la donna trentina che ha preso l’aspettativa dalla Provincia per poter servire tre mesi nell’ospedale di Padre Avi. Ed è stata lei a proporci di accompagnarci in una visita nelle stradine del centro abitato a vedere i prodotti di soap stone.
La signora Tabarelli non parla lingue straniere, ma sa spiegarsi benissimo. Dove ci ha portati ci ha fatto da cicerone, da interprete, da commerciante navigato, da guardia del corpo.
Ha trattato per noi i prezzi usando un linguaggio tutto suo ma ben collaudato nella zona, tanto vero che se nell’arco di qualche chilometro i residenti capiscono l’italiano, il merito è suo.
Solo un paio di parole non italiane vengono usate da Tiziana: habari (ciao in swahili) all’inizio della trattativa e ganz gut (OK in tedesco) alla fine. Gli sconti vengono trattati nella lingua internazionale dei numeri e nel suo poderoso e chiarissimo linguaggio gestuale.
  
 

 
Le strade di Tabaka, come abbiamo già detto, non sono diverse dal greto di un torrente, sia al secco che in piena a seconda delle condizioni atmosferiche.
Le casupole che si affacciano nelle tre strade principali che girano intorno all’ospedale sono le più ricche. Godono di una stanza deposito prodotti, mentre all’esterno, nel piccolo porticato, stanno gli artigiani che lavorano la pietra. Vederli lavorare è bello, perché sono degli artisti veri e propri. Sanno scolpire in serie centinaia di soggetti tra i più disparati.
Si trovano soggetti sacri, animali africani, animali mitologici, contenitori di vario tipo, sculture, scene d’amore e così via.
Il lavoro parte da un prototipo, approvato da chi si occupa della vendita, che poi viene avviato alla produzione manuale in serie. I compratori sono dei commercianti che distribuiscono gli oggetti di saponaria nelle zone turistiche. Unica concorrenza è rappresentata da oggetti e sculture in legno, in particolare l’ebano, che non vengono prodotti qui.
Le cifre all’ingrosso, come si piò immaginare, sono miserabili ma consentono agli artigiani di vivere. Quando poi passano i pochi turisti, come noi, si rifanno. Sempre che non siano accompagnati da Tiziana Tabarelli…
  
 

 
Due passi sulla strada maestra meritano davvero, perché si vedono centinaia di persone occupate nei loro affari, ma ci sono anche bar alla moda, come quello che vediamo nella foto sopra.
Al sottoscritto era capitato di aver esaurito la batteria della macchina fotografica e, non avendo con sé lo zaino con i ricambi, ho dovuto chiamare un taxi che lo portasse all’ospedale a prendere la batteria di riserva.
I taxi consistono in giovani motociclisti che portano i loro passeggeri in giro per la cittadina seduti nel sedile posteriore. Conoscendo le strade, ci si può fare un’idea di come si può svolgere un tragitto. L’alternativa è il Bus, che consiste in un cassonato, una specie di pick-up sul cui cassone possono trovare posto una ventina di persone.
Avendo optato per la moto, ho pagato il corrispettivo di 40 centesimi di dollaro e mi sono fatto portare a prendere la batteria. Con un particolare, in discesa le moto vanno in folle, a motore spento. Una follia.
Dalla quale però sono uscito indenne.
 
 
 
 
È piuttosto comune vedere insieme ai cittadini degli animali da cortile. Le vacche sono una fonte inesauribile di latte e raramente vengono macellate per diventare bistecche.
Più difficile la vita delle galline, che invece vengono cucinate sia fritte che nei minestroni. Le uova hanno il tuorlo chiaro, d’altronde è difficile trovarle con le penne marroni come le galline padovane.
Le pecore e le capre servono soprattutto per la carne, mentre - come si vede dalla foto sopra - non vengono tosate per la vendita del vello.
Si affacciano sulle strade di Tabaka anche dei bar e degli alberghi. Non sono proprio il massimo per un occidentale, come si può vedere dalle foto, ma sono più che dignitosi per i parenti delle persone ricoverate nell’ospedale di padre Avi. La Coca cola non manca mai neanche in Kenia.
  
 

 
Anche in queste escursioni, la meraviglia africana si manifesta nei bambini, che a decine seguono curiosi i turisti, studiano le macchine fotografiche, le cineprese, le… caramelle.
Passeggiare per le brevi strade dei Tabaka dà un senso di vitalità, perché tutti sono indaffaratissimi. C’è chi sega la pietra saponaria, c’è chi la scava, chi la leviga, chi la lava, chi la dipinge. Tutti vendono tutto.
I bambini più piccoli credono che sia un gioco e continuano a immergere le mani nelle bacinelle d'acqua bianca o intingere i semilavorati. I bambini più grandi studiano e solo quando finisce la scuola vengono a vedere i turisti che acquistano gli oggetti in pietra. Probabilmente si chiedono che cosa ci troviamo di tanto interessante, ma tutti hanno un sorriso e non chiedono niente. Certo però che se offri loro qualcosa, si buttano a pesce.
La nostra telecamera e la nostra macchina fotografica sono state oggetto continuo di curiosità. Graziano Bosin lasciava che i piccoli guardassero nel mirino. Noi mostravamo loro le foto scattate. Tutti volevano mettersi in posa, dire la loro.
Quando abbiamo intervistato un uomo e una donna del settore saponaria, sono rimasti dietro di noi decine di ragazzini a guardare come si fa a diventare celebri…
 
 

 
I magazzini che contengono i prodotti finiti non sono più grandi di tre metri per tre e comunque sono più grandi delle abitazioni. Centinaia i pezzi pronti per la consegna, ma la precedenza viene sempre data ai turisti di passaggio.
Nel magazzino dove ci ha accompagnati Tiziana Tabarelli siamo stati accolti come vecchi habitué. Tiziana, severa nelle sue trattative commerciali, approvava il prezzo (ganz gut) solo dopo aver raggiunto il controvalore che riteneva corretto.
Se si volessero acquistare le bomboniere in pietra per un matrimonio occidentale, probabilmente te la caveresti con qualche decina di dollari. Sicuramente i bombi costerebbero di più…
I nostri amici hanno acquistato parecchi oggetti in pietra saponaria, uno più bello dell’altro. Sarebbe stato maggiore il problema di trasportarli nel viaggio di ritorno, ma le cose belle valgono anche qualche sacrificio. Avete mai visto zebre, elefanti, giraffe o leoni scolpiti a mano? Sono finissimi. Avete mai visto una scacchiera di pietra? Oppure i 32 pezzi degli scacchi finemente lavorati a mano uno per uno?
Beh, portare a casa due scacchiere non è facile neanche per un occidentale che ha due bagagli… Ma ne valeva la pena, perché sono unici nella loro bellezza e i prezzi sono effettivamente ganz gut.
 
Guido de Mozzi 
g.demozzi@ladigetto.it  
 
(Continua) 
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