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Libano: cambio al comando del contingente italiano di Unifil

La brigata alpina Taurinense subentra alla brigata Sassari nella delicata missione di pace voluta dall'ONU

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La Brigata Sassari ha ceduto alla Brigata alpina Taurinense il comando dell’operazione «Leonte» nell’ambito della missione UNIFIL, la Forza di interposizione delle Nazioni Unite schierata nel Libano del Sud.
Il passaggio di consegne tra il comandante della Sassari, generale di brigata Andrea Di Stasio, e il comandante della Taurinense, generale di brigata Davide Scalabrin, è avvenuto nella base Millevoi di Shama nel corso di una cerimonia presieduta dal capo missione e comandante di UNIFIL, generale di divisione Stefano Del Col, con la partecipazione dell’Ambasciatrice d’Italia in Libano Nicoletta Bombardiere, del Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, generale di corpo d’armata Salvatore Farina, e di autorità civili e militari libanesi.
 
Nel suo intervento il generale Farina, dopo aver portato il saluto del Ministro della Difesa Lorenzo Guerini, e del Capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Enzo Vecciarelli, ha tracciato un bilancio dei sei mesi di mandato del contingente multinazionale a guida Brigata Sassari, elogiandone «L’eccezionale lavoro svolto per il conseguimento degli obiettivi nel corso della missione che, nonostante il COVID, è stata assolta al meglio, fornendo assistenza e sostegno alle forze armate e al popolo libanese» e sottolineando lo storico legame tra l’Italia e il Libano, «al quale, con fierezza, siamo legati sin dai tempi della prima missione di pace istituita nel 1978».
 

 
Il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito ha poi evidenziato «L’efficacia dell’intervento negli attimi immediatamente successivi alla tragica esplosione al porto di Beirut del 4 agosto», quando un convoglio del contingente italiano, in coordinazione con il Comando Operativo di vertice Interforze , è entrato a Beirut per soccorrere il personale italiano e delle Nazioni Unite e, in un secondo momento, per supportare le forze armate libanesi nelle operazioni di pulizia e di rimozione delle macerie accumulatesi nell’area del porto e in altre zone della capitale. Il generale Farina, inoltre, ha posto l’accento sull’importanza del lavoro svolto al fianco delle Forze Armate libanesi (LAF).
«Se tutti insieme, peacekeepers dell’Onu e Forze Armate libanesi, continueranno a lavorare insieme, potranno vincere ogni sfida per assicurare pace, stabilità e progresso a questo meraviglioso paese.»
 
Il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito si è poi rivolto gli alpini della Taurinense, esortandoli a proseguire sul solco tracciato dai precedenti contingenti e a dare prova della peculiarità della via italiana nelle operazioni di peacekeeping, «condotte con equilibrio, professionalità, imparzialità, diplomazia, efficacia, credibilità e rispetto.
«Il consolidato successo della missione UNIFIL – ha concluso Farina – lo si deve alla dedizione, al sacrificio, al senso del dovere e della responsabilità di ciascun peacekeeper, ma soprattutto alla straordinaria capacità di dialogo e di interazione dei militari italiani con tutte le componenti della società presenti nel variegato mosaico libanese.»
Apprezzamento e gratitudine agli uomini e alle donne del settore Ovest di UNIFIL per i «risultati ottenuti sul campo», sono stati espressi dal capo missione e comandante di UNIFIL.
 

 
Quanto alla «situazione fragile che regna nel Libano meridionale, considerando il delicato contesto politico, economico e sociale aggravatosi ulteriormente a causa dell'emergenza sanitaria in corso», il generale Del Col ha definito straordinari i progressi della missione nel Paese dei cedri, grazie anche al ruolo giocato dai peacekeepers italiani nel garantire, con imparzialità e trasparenza, il monitoraggio della cessazione delle ostilità e la cooperazione strategica con le forze armate libanesi per la sicurezza e la stabilità dell’area, soprattutto lungo la «blue line», la linea di demarcazione che separa il Libano da Israele.

«A ciò si aggiunge la ricerca costante del consenso unanime della popolazione locale mediante la realizzazione di progetti di cooperazione civile-militare. – ha detto Del Col, nel rispetto della risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza dell’Onu e della risoluzione 2539 dello scorso 28 agosto che, oltre a rinnovare per un altro anno il mandato di UNIFIL, – ha gettato le basi per un’ulteriore sinergia tra la missione e le parti verso gli obiettivi del mandato.»
Facendo riferimento al dinamismo e alla complessità degli interventi di cooperazione civile-militare realizzati a favore della popolazione, il generale Del Col ha sottolineato i tratti distintivi della missione della Brigata Sassari, «caratterizzata dall’azione di contrasto all’emergenza COVID nell’area di responsabilità, con un’attenzione particolare al supporto delle strutture pubbliche e al sostegno della microeconomia nel territorio attraverso lo sviluppo di progetti che hanno favorito l’avvio di un circolo virtuoso di self-sustainability building, utile a affrontare la difficile crisi economica che sta attraversando il paese».
 

 
Il successo della missione è stato riconosciuto anche dal Segretario Generale delle Nazioni Unite, António Guterres, che in un messaggio inviato al generale Del Col ha evidenziato «L’assoluto equilibrio raggiunto dai caschi blu tra l’emergenza pandemica, l’assolvimento del mandato e andando anche oltre il mandato di UNIFIL, con l’assistenza alle forze armate libanesi a seguito dell’esplosione al porto di Beirut.»
Prima della cerimonia, posizionato nello spazio verde di fronte al quartier generale della base, il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito ha inaugurato un monumento raffigurante una croce e una mezzaluna, a ricordo dell’incontro interreligioso dal titolo «Un cammino comune verso la pace perpetua», tenutosi a ottobre nella base di Shama, che ha visto riuniti attorno a un tavolo i rappresentanti delle principali religioni monoteiste presenti nel Sud del Libano.
 
La Brigata alpina Taurinense, alla sua seconda missione in Libano con i colori delle Nazioni Unite, assume il comando del settore Ovest di UNIFIL in cui operano 3.800 caschi blu di 16 dei 45 paesi contributori alla missione UNIFIL.
Del contingente multinazionale fanno parte 1.000 militari italiani, 800 dei quali appartenenti alla Brigata alpina Taurinense.

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