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Secondo giorno di guerra in Israele attaccata dai Palestinesi

Molte sfide attendono Netanyahu nelle prossime ore e nei prossimi giorni. Tutte complicate. Certamente sanguinose

Il Governo Netanyahu ha avviato quella che definisce «una lunga guerra feroce», ma allo stato la situazione è ancora nelle mani palestinesi.
Anzitutto Israele deve riprendere il controllo del sud del paese. Pare che molti terroristi siano stati lasciati «indietro» per colpire le forze armate israeliane di sorpresa non appena tornate nelle località attaccate.
Ma il problema più grosso sta negli ostaggi - si parla di 150 persone tra donne bambini, civili e soldati - catturati e umiliati e fotografati dai terroristi. È evidente che intendono usarli come merce di scambio per evitare ritorsioni e rappresaglie.

In effetti, l’esercito israeliano ha fatto sgomberare le zone adiacente alla Palestina, il che suona come preludio dell’operazione militare che intende scatenare contro Hamas.
A quel punto gli ostaggi saranno utilizzati come merce di scambio.
Una situazione decisamente spaventosa e immorale, ma in guerra ne abbiamo viste ben di peggiori.
 
In passato Tel Aviv ha preferito operare raid mirati per colpire le sedi dei reparti armati avversari. Ma la dichiarazione di una «guerra lunga e feroce» fa pensare che questa volta invaderà la striscia di Gaza.
Avendolo messo nelle previsioni, i palestinesi avranno preparato anche adeguate contromisure.
È evidente che non c’è proporzione tra le due forze armate messe in campo, ma chi attacca ha sempre il costo maggiore in termini di vite umane. Sarà un bagno di sangue.

Poi c’è l’altro pericolo, quello interno e quello esterno. È possibile che il successo iniziale di Hamas abbia fatto montare la testa a palestinesi che fino a questo momento vivevano in pace con gli ebrei. Così come Hezbollah libanese ha immediatamente lanciato razzi a nord del paese. Forse la reazione libanese rimane strisciante, forse aumenta. È un’incognita.
Un'incognita anche il comportamento dei paesi arabi in questo momento di debolezza del loro secolare nemico.
Infine c’è il pericolo che un po’ tutti i terroristi dormienti sparsi nel Mondo occidentale si attivino e generino attentati per indebolire psicologicamente i soccorsi che sicuramente verranno inviati a Israele.

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