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Il Gip scagiona la comandante della Sea Watch

Carola Rackete ha vinto: ha potuto violare le leggi italiane senza violare la legge

Non è un ossimoro: si può violare la legge senza violare la legge, quando le ragioni che spingo a farlo sono di carattere umanitario.
La Giudice per le indagini preliminari di Agrigento, Alessandra Vella, ha rigettato tutte le richieste della Procura contro la capitana della Sea Watch Carola Rackete.
Secondo l’accusa aveva violato il divieto di sbarco a Lampedusa, non si era fermata agli alt della Guardia di Finanza e ha attraccato schiacciando la motovedetta che si era frapposta al molo per impedire l’arrivo non autorizzato della nave.
Secondo la Gip tutte le violazioni sono state dettate dal «dovere» di salvare le vite umane che trasportava a bordo della sua nave.
E per quanto riguarda la collisione con la motovedetta della Guardia di Finanza, la giudice ha accettato la versione della Rackete che «credeva che si spostassero».
 
La questione si basa sul fatto che la Sea Watch non può essere considerata alla stregua degli scafisti. E fin qui non c’è nulla da dire.
Ma è impensabile che qualcuno possa andare sotto le coste libiche a raccogliere gli occupanti di imbarcazioni che per forza di cose stanno per affondare e portarli in Italia.
Qualcuno – più furbo o più scaltro – fa la stessa cosa della sea Watch ma scarica i migranti a breve distanza dalle coste italiane, che così riescono a sbarcare da noi alla chetichella senza tanto clamore.
Bisognerà pure troncare questo traffico di esseri umani che sa poco di solidarietà. Ricorda molto la carità pelosa di Donna Prassede dei Promessi Sposi: è facile caricare i profughi sulla propria nave per poi scaricarli in un altro paese.
 
Ad ogni modo, l'indagine va avanti, sia pure con i tempi della giustizia italiana. La Gip ha solo invalidato l'arresto, non poteva fare altro.
Il che significa da una parte che Carola Rackete può sempre essere copndannata, dall'altra che il Viminale potrebbe non essere in grado di espellerla in quanto il P.M. negherebbe l'espatrio.
La comandante tedesca della Sea Watch deve peraltro rimanere a disposizione dei magistrati che l’hanno indagata anche per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Ovviamente le sentenze vanno rispettate, ma possono essere criticate.
 
Ci è difficile credere che se una nave italiana avesse combinato la stessa operazione in un porto tedesco, le autorità tedesche sarebbero state così benevole.
Se le decisioni prese dal Ministro dell’Interno non vanno bene per il diritto della Navigazione, né per l’Unione Europea, cambiamo la legge e in fretta.
E non si cerchi di paragonare i migranti di oggi con gli italiani che emigravano alla ricerca di un lavoro. Gli italiani emigravano perché c'era bisogno delle loro braccia.
Infine, se si accetta l’idea che l’Europa (finora si parla solo di Italia e Grecia) debba accogliere tutte le popolazioni con problemi, si torna ai tempi delle invasioni barbariche.

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