Solidarietà al Centro per la Cooperazione Internazionale
I tagli della Provincia stanno portando alla decisione da parte del direttivo del Centro di avviare una procedura di licenziamento collettivo di 12 persone
È Natale e ci pare giusto riportare qui di seguito il testo di un comunicato che ci è stato inviato per chiedere solidarietà a chi si è dato tanto da fare per la Cooperazione Internazionale di Trento e che adesso rischia di perdere il posto di lavoro. |
Siamo un gruppo di persone rappresentanti di associazioni e organizzazioni che in questi anni a vario titolo hanno partecipato, collaborato e usufruito dei servizi del Centro per la Cooperazione Internazionale (CCI) di Trento.
Siamo fortemente preoccupati per la complessa situazione in cui si trova il CCI a seguito della decisione della Giunta Provinciale di tagliare i fondi ad esso destinati.
La Provincia, socio e principale finanziatore del CCI, si è infatti dimostrata indisponibile a cercare un accordo per la rinegoziazione dei radicali tagli di budget decisi per il prossimo triennio.
Questo ha portato alle dimissioni del Presidente del Centro Mario Raffaelli e alla decisione da parte del direttivo del Centro di avviare una procedura di licenziamento collettivo di 12 persone.
Esprimiamo la nostra più completa solidarietà alle collaboratrici e ai collaboratori del CCI che vedono messo in forse il loro lavoro.
In questi anni abbiamo imparato a conoscere bene la loro competenza e la loro professionalità e stiamo soffrendo con loro.
È soprattutto grazie al loro lavoro se in questi anni il Centro è potuto diventare un riferimento importante a livello internazionale su tematiche come cooperazione allo sviluppo, l'educazione alla cittadinanza globale, il sistema Europa e i diritti e la libertà di stampa in essa.
Lavoro che ha portato lustro e fatto crescere anche il nostro territorio.
E proprio per l'importanza che ha il CCI siamo estremamente preoccupati perchè, oltre alla vicinanza “umana” e professionale per la perdita di posti di lavoro, si apre la via ad un inesorabile smantellamento del Centro stesso che, sottolineiamo ancora una volta, è bene comune, un patrimonio di tutte/i noi e non solo del nostro Trentino.
Il CCI rappresenta un concreto spazio di incontro e di lavoro per vari soggetti interessati alla cooperazione internazionale e alle forme di sviluppo capaci di far crescere sia il nostro territorio che quelli in cui si sceglie di agire.
Uno sviluppo capace di valorizzare le specificità della nostra terra, le esperienze delle nostre variegate comunità e di contribuire ad una loro apertura al mondo.
Un luogo di riferimento provinciale, nazionale e internazionale per la formazione, l'analisi la promozione e la produzione della conoscenza su temi come diritti umani, pace, economia solidale e cooperazione internazionale, integrazione europea e della promozione dello sviluppo umano sostenibile.
Un luogo di promozione del lavorare in rete tra soggetti trentini, nazionali e internazionali.
Un luogo di analisi, informazione, formazione, sensibilizzazione e conoscenza dei complessi scenari internazionali con un'attenzione particolare alle aree di interesse per il nostro territorio cercando al contempo di rafforzare le capacità di studenti, cittadini e attori territoriali nel misurarsi tra dinamiche locali e globali.
In questi anni il Centro ha contribuito notevolmente a migliorare la qualità del sistema di cooperazione internazionale del Trentino e la sua professionalizzazione con attività di consulenza, valutazione e monitoraggio iniziando anche a coinvolgere imprese interessate ad investire nello sviluppo economico in ambito di cooperazione internazionale.
Ed è da queste riflessioni che continuiamo ad essere convinti che il CCI possa dare ancora molto al nostro territorio, diventando sempre più un valido strumento di supporto per le politiche trentine e per contribuire a dare prestigio al nostro territorio garantendogli al contempo «l'apertura al Mondo», certamente non ingenua, di cui c'è necessità in questi tempi.
Come continuiamo ad essere certi che vada salvaguardato quel patrimonio importante che si costruisce sulle organizzazioni che si occupano di cooperazione internazionale, di aiuti concreti qui e lì e che nel Centro trovano uno spazio di sostegno, riflessione, crescita.
Ci associamo quindi all'appello rivolto in questi giorni da dipendenti del CCI e sindacati ai soci del Centro stesso: Provincia autonoma di Trento, Università di Trento, i Comuni di Trento e di Rovereto, Fondazione Campana dei Caduti «affinché si assumano un impegno concreto rispetto al futuro del CCI e delle sue lavoratrici e lavoratori».
Preoccupati ci rendiamo però sempre più conto che il CCI è solo una parte di un modello di territorio “aperto all'altro” che evidentemente non ha ancora trovato interesse nel nostro governo, in questo momento.
Siamo preoccupati perché questo clima di muro contro muro non aiuta nessuno, non sono tecnicismi le persone che possono perdere il posto di lavoro, non possiamo esserne indifferenti e purtroppo qui non ci sono infatti solo in ballo i posti di lavoro del Centro, a breve varie nostre associazioni saranno costrette a ridimensionare le proprie strutture ed azioni a causa dei tagli al sistema di cooperazione allo sviluppo.
Ma molto ancora si può fare assieme, se prevale la buona volontà e la voglia di un ascolto reciproco tra Provincia Autonoma di Trento e mondo della cooperazione, che ribadiamo a gran voce cresce e opera per sostenere la nostra terra trentina che da sempre è stata solidale e capace di farsi carico anche delle sofferenze lontane.
Auspichiamo quindi una riflessione generale sul «Trentino che vogliamo» partendo proprio dal fondamentale contributo che l'apertura al Mondo può dare al nostro stesso territorio.
Chiediamo a gran voce anche al nuovo Assessore alla Cooperazione allo sviluppo Gottardi di sedersi insieme a noi, alle donne e uomini del Centro per trovare insieme una nuova soluzione.
Facciamolo insieme anche ad altre Istituzioni, Chiesa, Università, imprese e tutti i soggetti disposti a dialogare sul nostro futuro, per individuare le preziose specificità e i punti di forza dell'esperienza trentina e, nel contempo, individuare assieme elementi di innovazione da studiare e sviluppare, capaci di rendere più efficace il settore e di capitalizzare il suo contributo allo sviluppo del territorio.
Possiamo dire sin da ora che il mondo della cooperazione saprà responsabilmente fare la propria parte per quel bene comune che chiamiamo Trentino capace di aprirsi ad uno sguardo attivo al Mondo nel solco della giustizia sociale e della solidarietà.
Le/i firmatarie/i:
Massimiliano Pilati, Katia Malatesta – Forum Trentino per la pace e i diritti umani;
Lorenzo De Petro – Comitato territoriale Arcigay del Trentino;
Laura Bettini, Maurizio Camin; Trentino con i Balcani;
Roberto Pinter, Luciana Chini - Trentino for Tibet;
Erica Mondini, Pier Francesco Pandolfi - Pace per Gerusalemme - Il Trentino e la Palestina Onlus;
Raffaele Crocco - Associazione 46° Parallelo;
Pierino Martinelli - Fondazione Fontana;
Luisa Zanotelli - Tam Tam Korogocho;
Paulo Lima – Viracao;
Stefano Vernucchio - Solidarietà Vigolana;
Emilia Ceolan - Mlal Trentino;
Maria Grazia Sighele - Gruppo Autonomo Volontari;
Fendros Myrrina - Children of the sea;
Mauro Dossi - Associazione il Melograno Brentonico;
Lorenzo Brandolani - Associazione Mazingira;
Fiorenza Aste - Associazione Maloca;
Silvia Cristina Zangrando - Associazione Amici Trentini;
Leonora Zefi - Associazione Teuta;
Jabe Daka Zebenay - Associazione Amici dell’Etiopia;
Pina Gottardi - Cooperativa Villa S. Ignazio;
Luisa Bonetti - Amici di Villa S. Ignazio;
Ezio Chini - Associazione FratelVenzo;
Dario Pedrotti - Associazione Progetto Prijedor;
Laura Paternoster – Gruppo Trentino di Volontariato;
Pier Luigi Mariani - Associazione Nadir;
Franca Cazzani - Associazione Arcoiris;
Santo Boglioni - Associazione Comunità Gruppo 78;
Sandra Decarli - Associazione A World Home for Youth;
Fosca Pavanini - Coopi Trentino;
Michele Toccoli - Docenti Senza Frontiere;
Armando Stefani - Consorzio Brasil Trentino;
Chiara Ghetta - Associazione Tremembè;
Francesca Boldrin, Adelmo Calliari, Maddalena Zorzi - Associazione ACCRI;
Elisabetta Murdaca - Associazione Grande Quercia;
Carlo Risatti - Gruppo Missionario Alto Garda e Ledro;
Fulvio Gardumi - Rete Radiè Resch;
Silvia Valduga - Associazione Italia-Nicaragua;
Giovanna Luisa Rama - A scuola di Solidarietà;
Erio Korani - Associazione Rinia Riva del Garda;
Fausto Gardumi - Associazione una scuola per la vita;
Armin - Associazione la Cometa;
Paolo Rosatti - Consorzio Associazioni con il Mozambico;
Elisabetta Antonelli, Andrea Trentini, Ivonne Peroni, Federica Manfrini, Marzia Simoncelli - Comitato delle Associazioni per la Pace e i Diritti Umani.
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