L’Isis rivendica la paternità dell’attentato di Kirkuk in Iraq
Lo riferisce il Site, citando un annuncio diffuso attraverso un’agenzia stampa
Il Site, acronimo di «Search for International Terrorist Entities», comunica che l’Isis ha rivendicato la paternità dell’attentato avvenuto a Kirkuk, in Iraq, dove sono rimasti feriti cinque soldati italiani e quattro soldati iracheni.
Questo il testo diffuso dall’Isis tramite l’agenzia stampa Amaq:
«Con l'aiuto di Dio, soldati del Califfato hanno colpito un veicolo 4x4 con a bordo esponenti della coalizione internazionale crociata ed esponenti dell'antiterrorismo peshmerga nella zona di Kifri, con un ordigno, causando la sua distruzione e ferendo quattro crociati e quattro apostati.»
La nostra impressione è che l’Isis c’entri poco e che la dichiarazione sia di comodo, cioè che si stia vantando di qualcosa che è accaduto indipendetemente dalla volontà dei jihadisti.
Lo «Ied» ovviamente è stato certamente piazzato dai terroristi ma, a quanto ci è dato di sapere, l’ordigno non è stato azionato a distanza e comunque i militari coinvolti non erano nel «veicolo 4x4», altrimenti non sarebbero rimasti feriti così seriamente.
Ad ogni modo le nostre autorità stanno indagando proprio per stabilire la dinamica dell’azione.
L’attentato (o l’attacco, come sostengono i Jihadisti) dimostra comunque che in Medio Oriente c’è ancora parecchio lavoro da fare prima di poter affermare che la minaccia terroristica è stata neutralizzata.
Purtroppo tre dei cinque feriti italiani sono gravi al punto di non essere in grado di sopportare il trasferimento in un ospedale europeo.
Comunque l’ospedale USA che li ha in cura in Arabia Saudita è ben attrezzato e i ragazzi sono in buone mani.
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