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In Ucraina non si sta cercando la pace ad ogni costo

Al momento assistiamo solo a una escalation strisciante ma inarrestabile che richiama i momenti tragici della prima metà del Novecento

Non ci piace la strada che ha imboccato la guerra in Ucraina. Si assiste a un’escalation strisciante ma sempre più crescente.
Ad ogni minaccia si risponde con minacce più pesanti. Alle sanzioni si risponde con reazioni ancora più dure. Stiamo inviando armi, che da leggere sono passate a pesanti.
E Putin ha ragione a dire che per l’Occidente si tratta di una «guerra per procura», preconizzando uno scenario da terza guerra mondiale.
 
Che l’Ucraina aggredita debba essere aiutata – indipendentemente dalle ragioni del conflitto – è fuori discussione. Il ricorso alle armi ha condannato Putin a passare alla storia come aggressore. Ma l’unica cosa che si deve fare davvero è cercare una strada che porti alla pace.
E non bastano le buone intenzioni, che anche in questo caso vanno a lastricare l’inferno
Diciamolo chiaramente: allo stato attuale Putin può essere fermato solo con un successo militare. Che, con le armi cha stiamo inviando, si allontana sempre più.
 
Quindi, secondo noi, va chiesto a Putin che cosa vuole affinché deponga le armi. E tratare su questo.
Già si è sbilanciato un paio di volte, dicendo che i suoi obiettivi sono l’acquisizione della Crimea e l’indipendenza degli stati russofoni. Quindi si potrebbe iniziare a trattare.
Zelenski sarà assolutamente contrario, ma in qualche modo andrà convinto che le strade sono due: o un conflitto mondiale o accettare le richieste di Putin. Poi ricostruiremo il suo paese, e magari si tornerà a trattare a tavolino una nuova geografia politica. Putin non è eterno.
 
Putin finora si è affrettato ad avanzare nuove richieste non appena ha annusato che le istanze potrebbero venire accettate.
Però ha avuto la prova che la guerra non può vincerla e sta dando fondo alle sue riserve.
Perfino la Cina ha espresso la propria contrarietà all’allargamento del conflitto. Una guerra mondiale potrebbe essere davvero devastante per tutti. Una follia.
 
Con questo non vogliamo dire che si debbano sospendere gli aiuti militari, anche questa è un’operazione da pianificare e da concordare con gli alleati. Ma, già che ci siamo, cerchiamo di non pubblicare la bolla di accompagnamento delle armi inviate… Per carità!
La questione va concordata con l’Europa. Adesso che abbiamo dimostrato che si può mettere in difficoltà Putin, offriamogli una via di fuga che gli consenta di salvare la faccia e convinciamo Zelenski a pensare seriamente alla pace.
In tutti i casi l’Unione Europea impari la lezione e corra ai ripari non appena le armi taceranno. Dobbiamo costruire un esercito europeo unico e con  comando centralizzato.

GdM

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