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Mentre a Milano si dialoga, in Ucraina continua la rissa

Ultranazionalisti e forze dell’ordine sono venuti alle mani perché il Parlamento Ucraino non vuole riconoscere l’«Esercito Insurrezionale Ucraino»

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Lo scorso 14 ottobre sono scoppiati violenti scontri di fronte al Verchovna Rada di Kiev tra ultranazionalisti e forze di sicurezza, con un bilancio di decine di feriti tra le fila degli agenti e almeno cinquanta arresti tra quelle dei manifestanti.
Gli scontri sono stati causati dall’ennesimo diniego, da parte del Parlamento ucraino, di riconoscere i miliziani dell’UPA (Esercito Insurrezionale Ucraino) come partigiani nella lotta di liberazione dell’Ucraina durante la Seconda Guerra Mondiale.
L’UPA, braccio armato dell’OUN (Organizzazione dei Nazionalisti Ucraini), ha una storia controversa: nata nel 1942 con l’intento di fiancheggiare le truppe naziste nella liberazione del Paese dal regime sovietico, si rivolse contro i propri alleati quando furono chiari i disegni di annessione che Hitler serbava per l’Ucraina, continuando però a combattere anche l’Armata Rossa.
 
Tristemente noti rimangono i crimini commessi dai miliziani nazionalisti, con l’aiuto nazista, contro le minoranze ebraiche e polacche nonché contro i dissidenti filo-sovietici. La società ucraina appare perciò divisa nel giudizio storico sul ruolo delle milizie dell’UPA, da molti considerate collaborazioniste e para-fasciste.
Il governo ucraino, interessato a marginalizzare le rivendicazioni politiche dell’estrema destra e dei gruppi ultranazionalisti, non può però estrometterti del tutto dalla scena politica nazionale, a causa del crescente riscontro popolare che ha fatto seguito ai combattimenti nell’est del Paese in cui la Guardia Nazionale (la componente riserva delle Forze Armate ucraine che ha visto un sostanzioso reclutamento di miliziani di estrema destra) ha avuto un ruolo rilevante.
 
Alla ricerca di un difficile equilibrio, il governo ucraino ha adottato una politica ambigua con i miliziani: se da una parte ha nominato come Ministro della Difesa Stepan Poltorak, capo della Guardia Nazionale, dall’altra si rifiuta di riconoscere il retroterra simbolico e culturale, chiaramente ultranazionalista e para-fascista, di tali formazioni.
Il conflitto interno alle istituzioni e alla società ucraina si prospetta quindi come complesso e di lunga durata, rappresentando la più grande incognita sul percorso di pacificazione e normalizzazione del Paese.

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