Preoccupazione a Est: la crisi Ucraina si sta facendo più acuta
Secondo il Ministero della Difesa ucraino sono stati uccisi 8 militari ucraini e 16 miliziani ribelli, il numero di vittime più alto dall'ultima tregua del 23 dicembre scorso
A partire da domenica 29 Gennaio è stata registrata una significativa ripresa degli scontri tra l’Esercito nazionale e le milizie separatiste filorusse delle autoproclamate Repubbliche Popolari di Donetsk e Lugansk lungo tutta la linea del fronte.
Secondo le stime del Ministero della Difesa ucraino sarebbero stati uccisi 8 militari ucraini e 16 miliziani ribelli.
Si tratta del numero di vittime più alto mai registrato dall'ultima tregua stabilita il 23 dicembre scorso.
A destare particolare preoccupazione è stato il massiccio impiego di artiglieria e sistemi lanciarazzi mobili, decisamente aumentato rispetto ai mesi passati.
L'escalation di violenza potrebbe provocare l'assottigliamento della zona di separazione tra le aree controllate dai separatisti e il resto del Paese (grey zone) lungo tutta la linea del fronte e produrre un significativo aumento nelle dimensioni e nell’intensità della campagna militare, riproponendo scenari già osservati nel 2014-2015.
Secondo Kiev l'escalation delle violenze sarebbe cominciata quando i ribelli pro-russi hanno attaccato la città industriale di Avdiivka, a 10 km di Donetsk, controllata dalle Forze Armate ucraine.
Tale versione è stata smentita dagli organi di stampa dei separatisti, che invece avrebbero accusato gli ucraini di aver iniziato l’attacco verso Donetsk.
Questa ripresa delle attività militari è segno delle perduranti difficoltà di dialogo politico tra le parti e di rispetto degli Accordi di Minsk II.
Tuttavia, secondo il governo di Kiev, gli eventi di Avdiivka rappresenterebbero il tentativo di Mosca, accusata di sostenere militarmente i ribelli, di testare la volontà della nuova amministrazione statunitense di tutelare e difendere l’integrità territoriale ucraina.
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