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La conoscenza delle lingue è necessaria ma non sufficiente

A. Aberer, M. Dodman e A. Lunelli: «Ciò che conta è la multiculturalità»

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«Lingue e crescita economica dei territori», il Confronto con Alfred Aberer, Martin Dodman e Alessandro Lunelli, moderati da Paolo Magagnotti.
L'incontro, organizzato dall'AGEBI, Associazione genitori per un'Educazione bilingue e dall'Associazione italo-tedesca per l'Europa, ha avuto lo scopo di esaminare, valutare creare un dibattito sul significato che la conoscenza delle lingue può avere sulla crescita, portando delle esperienze concrete dal Trentino – Alto Adige, dove la presenza del bilinguismo ne costituisce un elemento significativo.
Le lingue come motore dello sviluppo economico di un Paese, ma anche fattore determinante per lo sviluppo del singolo.
Il plurilinguismo è un elemento di identità personale che porta ad una apertura mentale, decentramento personale e sensibilità comunicativa.
I vantaggi sono cognitivi e strategici, favoriscono la produttività del lavoro e la sua organizzazione, la negoziazione di idee, la partecipazione, agevolano la riuscita strategica e realizzazione di scelte creative e innovative.
Anche per le imprese, la conoscenza delle lingue è sempre più determinante.
Ma se oggi, conoscere le lingue è necessario ma non sufficiente, la vera forza risiede nella multiculturalità.
La vera importanza non è sapere tante lingue, ma è il processo che si innesta conoscendole, la flessibilità celebrale, la capacità di creare schemi multipli e competenze preziose, senza contare l'apertura delle mentalità che allarga gli orizzonti.
 

 
Presso l'aula magna della Fondazione Franco Demarchi, si è tenuto questa mattina un incontro del ciclo Confronti sul tema «Lingue e crescita economica dei territori».
La conoscenza della lingua è stata fondamentale nello sviluppo del nostro Paese e dell'Europa, soprattutto in ambito transfrontaliero come collante in un processo di dialogo tra paesi.
L'importanza delle lingue risiede soprattutto nella produzione di esternalità che può avere, nell'influenza che può avere sull'attività umana ed economica.
Ad esempio, se in un territorio si ha una conoscenza delle lingue diffusa, ciò produce un'esternalità diffusa, un'immagine positiva che produce sviluppo economico.
In verità, in passato nel nostro Paese, non si è manifestato particolare impegno a favore dello sviluppo della conoscenza delle lingue straniere, ma la lungimiranza di alcuni grandi personaggi avevano balenato, in tempi non sospetti, l'importanza che la conoscenza delle lingue avrebbe avuto nello sviluppo economico dell'Italia e dell'Europa.
Alcide De Gasperi diceva infatti: «Intanto, dobbiamo iniziare a parlare più lingue».
Le lingue come motore dello sviluppo economico di un Paese, ma anche fattore determinante per lo sviluppo del singolo. Lo attesta la conformazione di un cervello plurilingue che si presenta molto più sviluppato.
Il plurilinguismo è un elemento di identità personale che porta ad una apertura mentale, decentramento personale e sensibilità comunicativa. 


 
I vantaggi sono cognitivi e strategici, favoriscono la produttività del lavoro e la sua organizzazione, la negoziazione di idee, la partecipazione, agevolano la riuscita strategica e realizzazione di scelte creative e innovative.
La conoscenza delle lingue rappresenta un arricchimento personale che assume sempre maggiore importanza per la cultura, le competenze personali, per la comunicazione e la competitività economica.
Anche per le imprese, la conoscenza delle lingue è sempre più determinante: da uno studio realizzato su un campione di Pmi in Alto Adige, è emerso che in molte aziende le differenze linguistiche ostacolano la comunicazione e la crescita del valore aggiunto.
Per questo, le realtà imprenditoriali si stanno attivando sempre di più per promuovere processi di formazione e specializzazione nelle lingue straniere.
Dal punto di vista macroeconomico, c'è bisogno di un'apertura verso altre lingue e culture, serve aiutare i lavoratori stranieri a parlare la nostra lingua, nelle scuole le lingue devono ricevere grande attenzione, comprese quelle professionali, iniziare presto l'apprendimento delle lingue, incentivare i soggiorni linguistici all'estero e sfruttare le potenzialità linguistiche delle risorse umane nelle imprese.
Ma se oggi, conoscere le lingue è necessario ma non sufficiente, la vera forza risiede nella multiculturalità. La vera importanza non è sapere tante lingue, ma è il processo che si innesta conoscendole, la flessibilità celebrale, la capacità di creare schemi multipli, competenze preziose al di là delle esperienze di un cv, senza contare l'apertura delle mentalità che allarga gli orizzonti. E crea sviluppo.

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