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Esame di maturità degli allievi del Conservatorio Bonporti

La maturità di Liceo Musicale non si poteva pensare senza almeno una prova pratica

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Non c’è la ressa allegra e ansiosa dell’orale di maturità, con i compagni che si informano «cosa ti ha chiesto? E cosa hai risposto?» i genitori e i parenti in attesa, il presidente di commissione costretto ad invitare al «silenzio lì fuori»: anzi l’atmosfera è ovattata, dietro le «maschere», i banchi lontani, gli ingressi contingentati (solo un genitore può partecipare).
Mentre in pochi fanno due parole a rigorosa distanza, dalle finestre giungono rinfrancanti suoni di clarinetto e pianoforte: sono i prossimi candidati, forse, che si «iscaldano».
Perché comunque una maturità di Liceo Musicale non si poteva pensare senza almeno una prova pratica, con le basi magari, per non essere più di uno a cantare e suonare.
Si sono attrezzati così al Liceo musicale del Conservatorio Bonporti, costruendo una prova comunque articolata che accanto alle materie comuni (italiano, storia, filosofia, matematica eccetera) comprendesse soprattutto la specificità dell’indirizzo musicale.
 
Dice infatti il docente Stefano Rattini: «Esclusa la possibilità di svolgere il tema scritto a scuola, in presenza, il Ministero - saggiamente, a mio avviso - ha previsto la discussione di un elaborato preparato a domicilio nei 10 giorni precedenti l'esame. La traccia è stata decisa autonomamente dai docenti dei vari licei musicali italiani; per il nostro liceo ho deciso di far lavorare gli alunni sulle tipologie della materia musicale, teoria, analisi e composizione: un lavoro corposo, che proprio per essere multiforme consente ai maturandi di dimostrare le proprie abilità.»
Angelica è la prima candidata delle due classi, la prima «maturata»: è venuta da sola ma è assolutamente felice dell’esperienza.
«I prof sono stati fantastici – dice – mi hanno messo a mio agio e questa mattina la ricorderò per tutta la vita.»
 
Come per tutti noi quindi che ancora ce li sogniamo la notte quegli esami di maturità.
Non si sente Angelica defraudata per una maturità in «tonalità minore»: «Anzi – aggiunge mentre ripone delicatamente in custodia il suo flauto – con questa didattica a distanza abbiamo dovuto impegnarci il doppio di prima, contrariamente a quanto si potrebbe pensare dall’esterno e lavorare moltissimo per trovare collegamenti tra le materie e produrre il nostro elaborato, studiato a fondo parola per parola, nota per nota.»
Conferma indirettamente il papà di Matilde, la seconda «sotto torchio» di questa prima mattina di esami: «Noi in effetti ci siamo risparmiati i viaggi venendo da fuori e si poteva anche stare in pantofole davanti al computer ascoltando l’insegnante»: ma tutt’altro che assenti ai contenuti ed alle impegnative consegne.

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