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Dall’assemblea il NO alla Corte dei Conti «provincializzata»

Preoccupazioni per il conflitto di interessi e per il cambio di datore di lavoro

L’assemblea del personale è contraria all’ipotesi di «provincializzazione» della Corte dei conti.
La seduta, che si è svolta giovedì, ha coinvolto le sezioni di Trento e Bolzano, con grandissima partecipazione dei dipendenti in servizio.
Presente la Segreteria nazionale Fp Cgil (Oliverio e Di Folco) assieme alle Segreterie delle due provincie autonome (Diaspro e Hofer). Due le maggiori criticità sottolineate dalle lavoratrici e dai lavoratori.
In primo luogo, la prevista designazione da parte dei Consigli Provinciali di 2 magistrati su 4 della sezione controllo, senza limiti di tempo (5 anni), senza una maggioranza qualificata né particolari requisiti di esperienza e professionalità.
Condizioni invece previste dalla legislazione vigente, a partire dall’«integrazione» di 1 solo magistrato da parte dei Consigli Regionali.
Uno strappo evidente, che può determinare disequilibrio nella composizione delle Sezioni, ove siedono magistrati assunti tramite concorso, con nocumento all’immagine stessa della Corte.
 
Il secondo punto riguarda il passaggio del personale nei ruoli provinciali. Personale che, a seconda dell’ufficio di appartenenza (Procura, Sezione Giurisdizionale e Sezione di Controllo), svolge attività altamente qualificata, come la diretta collaborazione con i magistrati, la disamina delle istruttorie e degli atti a contenuto giuridicamente complesso, la revisione e l’accertamento nei confronti degli Enti locali, dei rendiconti della Regione Trentino Alto Adige/Südtirol e delle Province Autonome di Trento e di Bolzano, dei gruppi consiliari (Sezione di Controllo), analisi dei conti giudiziali dei singoli agenti contabili presenti in Regione (Sezione Giurisdizionale).
Appare del tutto evidente dunque che l’ipotesi di modifica dell’istituzione delle Sezioni di Controllo della Corte dei Conti di Trento e Bolzano attualmente all’esame della Commissione dei Dodici costituisca un grave rischio per l’autonomia e l’indipendenza della magistratura contabile e dello stesso personale che, passando alle dipendenze dell’ente controllato, non potrebbe non subire condizionamenti e incorrere in potenziali conflitti di interessi nello svolgere le attività di propria competenza.
 
Si minerebbe l’indipendenza di giudizio e di iniziativa dei controllori, subordinandola a dotazioni di mezzi e risorse non più di propria pertinenza ma di gestione provinciale. Sono poi da considerare i rischi economici e professionali nel passaggio dal contratto statale a quelli provinciali, come il recente passaggio della Giustizia ha purtroppo dimostrato.
A rischio anche l’effettività del «diritto di opzione», ovvero la possibilità di permanere nei ruoli statali, visto che la sola possibilità di permanere nella stessa amministrazione comporterebbe inevitabilmente il trasferimento fuori regione.
L’assemblea ha così dato mandato alla Fp Cgil di inviare una nota ai presidenti della Regione, delle due Province e della Commissione dei Dodici, per esprimere dissenso e chiedere una convocazione urgente, avviando una campagna di mobilitazione sui territori.

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