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La protesta «Grembiuli bianchi» di bar e ristoranti

Lunedì 11 gennaio il corteo a Trento, in automobile, degli esercenti per consegnare i propri grembiuli al Commissario del Governo

«Lunedì inizieremo la mobilitazione: la categoria è ormai esasperata».
Incertezza, assenza di programmazione, obblighi e divieti, orari ristretti e penalizzanti, incassi azzerati ma spese costanti, ristori insufficienti: sono queste le principali criticità di bar e ristoranti che da mesi stanno facendo i conti con le pesantissime conseguenze dei provvedimenti del Governo contro il Covid-19.
Le ulteriori restrizioni del periodo natalizio hanno ulteriormente aggravato la situazione, esasperando gli imprenditori e l’intero settore.
Per questo le Associazioni di categoria di Confcommercio Trentino e Confesercenti del Trentino hanno raccolto l’esasperazione di molti associati e scenderanno in piazza per una manifestazione che metta sul tavolo di Governo e Provincia le esigenze, ormai non più rimandabili, delle aziende del settore.
 
Un corteo lento e pacifico, in automobile, attraverserà la città di Trento, lunedì 11 gennaio a partire dalle 9, per richiamare l’attenzione di tutta l’opinione pubblica sullo stato delle imprese della somministrazione di alimenti e bevande, ovvero di bar e ristoranti, prostrati da mesi di crisi.
Così Massimiliano Peterlana, presidente dì Fiepet Confesercenti del Trentino: «I numeri parlano chiaro e riguardano soprattutto il mondo delle piccole e medie imprese, vera spina dorsale dell’economia del territorio. Il turismo sta attraversando un periodo veramente buio e la luce in fondo al tunnel sembra ancora parecchio lontana. Bar e ristoranti continuano a tenere la serranda abbassata se non per l’asporto e il domicilio e hanno perso un miliardo di fatturato al livello nazionale solo tra Natale e Capodanno.»
 
«La situazione è critica - spiegano i presidenti delle Associazioni dei pubblici esercizi e dei Ristoratori aderenti a Confcommercio Trentino, Fabia Roman e Marco Fontanari - con questa manifestazione vogliamo che vengano puntati i riflettori sulle nostre imprese, sui collaboratori e sull’intera filiera della somministrazione di alimenti e bevande. Abbiamo bisogno di poter lavorare. Se ci viene imposto di chiudere, abbiamo bisogno di ristori adeguati. Abbiamo bisogno, soprattutto, di certezza: navigare a vista è una condizione che aggiunge ulteriori difficoltà ad una situazione già drammatica per molte aziende.»

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