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Il J’accuse! dell’ANPI per la chiusura del giornale Trentino

Un appello alla società trentina affinché venga messa in campo un'iniziativa capace di dare vita ad un progetto che rilanci la presenza del giornale

La grande ondata di protesta per l'annunciata chiusura da parte dell'editore del quotidiano Trentino e il moto di diffusa solidarietà verso i dipendenti del giornale sono un capitale che non deve essere sperperato nell'indignazione di pochi giorni, ma può e deve rappresentare una rilevante occasione per considerare non definitivo il venir meno di una voce libera che ha accompagnato e interpretato al meglio la nostra terra in oltre 75 anni di vita.
Come ANPI abbiamo già messo in rilievo come nei recenti passaggi di proprietà della testata l'unico, vero grande assente è stato proprio il Trentino, inteso come sistema di presenze ed espressioni di natura politica, economica, culturale, sociale, cooperativa, scientifica e, certo non da ultimo, istituzionale.
 
Quando si è trattato di decidere la sorte del giornale, al tavolo mancavano proprio questi interlocutori, a marcare l'indifferenza o, peggio, la vera e proprio «diserzione» rispetto ad un impegno e all'assunzione di una responsabilità, innanzitutto civile prima ancora che economica, per garantire la continuità del quotidiano e, per questa via, il pluralismo informativo nel nostro territorio.
Ci si illudeva, forse, che la «cura Ebner» di per sé sarebbe stata in grado di continuare ad assicurare la presenza di tutti e due i giornali che, va ricordato, sono entrambi «figli» ed espressione del nostro territorio, pur in una situazione di gravi difficoltà del sistema editoriale locale.
Così non è stato, ma oggi non possiamo limitarci a registrare questo fallimento!
 
Ecco perché ci permettiamo di rivolgere un appello all'intera società trentina, nelle sue molteplici componenti, per verificare se sia possibile mettere in campo una iniziativa che consenta di non considerare finita una volta per tutte questa straordinaria presenza e di dare vita ad un progetto capace di coinvolgere tutti i soggetti necessari per rilanciare la presenza del «Trentino».
Il compito di attivare questo percorso ricade in primis sulla dimensione politica, sin qui spettatrice del tutto assente, che è chiamata a ritrovare l'orgoglio di una smarrita responsabilità di rappresentanza generale dell'interesse di tutti i cittadini trenini.
 
Spetta proprio alla politica coinvolgere gli altri soggetti disponibili per dare vita, in tempi rapidi, a un progetto che può vedere anche forme inedite di partecipazione quale, ad esempio, una sorta di azionariato popolare diffuso, oltre beninteso a un solido nucleo imprenditoriale degno di tale nome, e l'utilizzo di uno strumento quale quello della cooperativa di dipendenti, realtà sperimentata in altre analoghe occasioni di crisi editoriali.

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