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L’uso positivo della rete per il benessere dei giovani

Safer Internet Month: dal prototipo di «mobile phone box» al SID-donne e al progetto «Scuole Bulli free» della Don Milani

Dal meeting di oggi tanti stimoli: dall’affresco dei giovani che hanno sofferto il lockdown e la DAD alle riflessioni sull’utilizzo positivo delle nuove tecnologie nelle relazioni tra i giovani, soprattutto durante il distanziamento sociale, come gli incontri sulle piattaforme Meet o Zoom o con wapp; dalla presentazione del prototipo di «mobile phone box» alle riflessioni del SID-donne sui rischi che sempre più corrono le donne sulla rete e al progetto «Scuole Bulli free» della Don Milani.
Tra le azioni promosse sul territorio in questo mese, anche un ciclo di dibattiti dal titolo «Lo smartphone va dato ai preadolescenti/Lo smartphone va dato ai ragazzi dai 14 anni in poi», promossi dall’Iprase che hanno coinvolto 240 studenti.
Fra i partecipanti vi era anche l'assessore provinciale all’istruzione Mirko Bisesti, che ha ricordato la valenza di incontri come questi per dare voce alle scuole e agli studenti e alle loro progettualità, soprattutto ora che, a causa della pandemia, l’esposizione al mondo della rete e dei social è cresciuta in forma esponenziale.
 
«Fra i compiti oggi della Provincia autonoma di Trento vi è quello di stimolare le istituzioni scolastiche ad avviare percorsi educativi su questi temi e a fare rete fra di loro. L’ente provinciale ha posto in questi anni particolare attenzione e finanziato numerosi progetti per combattere il bullismo e il cyber bullismo, che devono divenire parte di una strategia complessiva sul nostro territorio - ha concluso l'assessore -. È necessario porre maggiore attenzione verso le famiglie e l’opinione pubblica, che vedono le opportunità del digitale ma non tutti i rischi, soprattutto per i più piccoli. Dobbiamo fare questo sforzo mettendo a regime percorsi educativi nelle scuole come politica di sistema della scuola del Trentino.»
Dopo i saluti iniziali, ha preso la parola Chincarini Paolo, Dirigente scolastico dell’Istituto Istruzione Superiore Don Milani di Rovereto che ha dichiarato: «l’uso consapevole di internet è un tema attuale ora più che mai. I minori utilizzano fin dalla scuola primaria le nuove tecnologie – app, social, web - in modo sempre più precoce e meno controllato dai genitori. Dalla scuola primaria alla secondaria questo utilizzo diventa sempre più frequente con effetti collaterali pericolosi per la salute degli studenti: dipendenza, aggressività, problematiche socio-psicologiche. Le scuole hanno al loro interno tante risorse e energie per combattere il cyber bullismo anche grazie al progetto Bulli free. La Don Milani è stata la prima scuola in Trentino e tra le prime 5 in Italia a conseguire la certificazione Uni 2018 per contrastare il cyber bullismo.»
 
Presente oggi anche Luciano Malfer, dirigente generale dell’Agenzia provinciale per la famiglia. «Si tratta di un percorso, quello del SIM, molto qualificante e importante per le istituzioni pubbliche e il mondo della scuola, per gli studenti e gli insegnanti per mobilitare su questo tema, soprattutto ora con la pandemia. Il dr Malfer ha ricordato anche due progetti importanti: la mobile phone box (scatola porta cellulari), che aiuta lo scambio relazionale dei familiari riuniti al ristorante senza la distrazione dei cellulari, lanciando lo slogan Accendiamo la famiglia e spegniamo il cellulare, e il Sid-donne che è un progetto, all’interno del SIM, che lavora sui rischi delle donne sulla rete.»
Ha preso la parola Giovanna Baldissera dell’Agenzia per la Famiglia: «il tema di quest’anno è il benessere fuori e dentro la rete e impiegare le tecnologie al nostro servizio e non viceversa. In questo mese abbiamo usato varie tecniche con gli studenti, tra cui il teatro-counseling: lavori di simulazione che attualizzano la complessità relazionale nei social, da cui è emerso che è fondamentale l’empatia con i propri compagni. La DAD ha ridotto ancora di più le relazioni, riducendo l’immagine, la condivisione del verbale e non verbale. Il covid ha portato un aumento del disagio sociale del 17% tra i giovani. L’importanza del sostegno delle famiglie è cruciale. Il lockdown ha costretto i giovani in casa e gli unici svaghi erano giochi sul web e i social, spesso intrisi, soprattutto i primi, di violenza e aggressività. La proposta è di costruire una rete di informazione sull’uso positivo della tecnologia, ad esempio, app di giochi educativi e promuovere palinsesti formativi ed artistici non violenti.»
 
Mauro Cristoforetti, referente del Safer Internet Centre Italia «Generazioni Connesse»: «È dal 2010 che lavoro con l’Agenzia per la famiglia per il SIM. Generazione connesse è un progetto di educazione civica digitale per le scuole: ci stiamo concentrando sul cyberullismo, fake news, stereotipi di genere, adescamento online, sexting. Hanno partecipato ai nostri sondaggi 6000 studenti. Tra le risposte, abbiamo rilevato anche l’uso positivo delle tecnologie: il 60% dei giovani ha dato supporto durante il covid ai propri amici grazie alle tecnologie (wapp, zoom, meet) per stare loro vicini nonostante il distanziamento sociale.»
Daniela Simoncelli, Dirigente scolastica del Liceo artistico «A. Vittoria» di Trento ha presentato l’ultima innovazione Mobile Phone Box: «Questa è stata un’esperienza di alternanza scuola-lavoro per affrontare con i giovani l’uso consapevole delle nuove tecnologie. Gli studenti hanno realizzato vari modellini della mobile phone box, scatola porta-cellulari da inserire nei ristoranti al fine che le famiglie depositino lì i cellulari e si dedichino alla relazione e alla convivialità fra di loro durante il pasto.»
I modellini sono stati presentati dagli studenti delle classi 4e e 5e del Liceo «Vittoria». Due ristoranti hanno già dato disponibilità ad introdurre le «mobile phone box»: hanno entrambi la certificazione «Family in Trentino» e ciò significa che hanno già una vocazione a introdurre interventi di benessere familiare all’interno delle loro strutture.
 
Alessandro Lever, titolare del ristorante «Giardino delle spezie» di Padergnone: «Il momento dello stare a tavola deve specchiare un momento conviviale, dello stare assieme. Vediamo quotidianamente le famiglie ognuna piegata sul proprio cellulare e non va bene. Noi sposeremo in toto questo tipo di accessorio e lo proporremo molto volentieri al tavolo dei nostri clienti.»
Alessandro Pontara, titolare del ristorante «Il Barba» di Villa Lagarina: «ringrazio l’Agenzia che ci ha proposto la mobile phone box. All’inizio avevamo introdotto un vassoio sul tavolo dove invitavamo i clienti a depositare i loro cellulari. La cosa bella è stata che alla seconda volta che sono venuti da noi, hanno ripetuto l’azione senza neppure averglielo chiesto.»
Il SIDonne - Safer Internet Day Donne è nato nel 2016 e lavora su tanti temi, tra i quali la violenza di genere, il femminicidio, il sexting. Carla Maria Reale, componente Commissione pari opportunità, ricercatrice Università di Trento e Cabina di regia cyber bullismo, ha posto l’attenzione sulla prevenzione del cyber bullismo in un’ottica di genere.
«Le ragazze sono più colpite dei ragazzi: il 20% delle giovani, dai 18 e 29 anni, ha subito molestie online. Le minacce dal web sono molte: razzismo, omofobia, minacce sessuali, ecc. Dobbiamo superare questi pregiudizi ed essere agenti del cambiamento.»
 
Stefania Cavagnoli, Direttrice del Centro linguistico di Ateneo Università di Lettere Tor Vergata – Roma, ha commentato: «Voglio far riflettere soprattutto i giovani sul ruolo centrale del linguaggio. Attraverso i media, dove non c’è il corpo, le parole hanno un ruolo pesante. Meno riflessione nella scelta delle parole e meno sensibilità. La lingua è permanenza, rimane nella rete e può colpire di più del verbale. Se le parole diventano azioni, questo è il problema. Occorre innanzitutto usare il linguaggio corretto, declinato al femminile e al maschile.»
A seguire Monica Lanfranco scrittrice – «Crescere Uomini» educazione violenza on line e off line – è intervenuta dicendo: «Da un nostro sondaggio 300 uomini hanno risposto sulla sessualità e dai dati è nata una piece teatrale contro la violenza sulle donne. È ora che gli uomini parlino della sessualità per prendere consapevolezza dei problemi che attanagliano la nostra società, in primis il femminicidio. Bisogna aiutare gli uomini a crescere fin da piccoli nel rispetto dell’altro genere. Da un altro sondaggio tra giovani dai 12 ai 20 anni, sono arrivate 6000 risposte e il dato che è emerso, ad esempio sulla pornografia, che è la loro prima e unica informazione circa la sessualità, l’immagine della donna e la relazione tra i corpi. Se così è dalle scuole occorre con urgenza l’attivazione di percorsi educativi in tal senso.»
 
A chiudere, la presentazione del progetto «Scuole bulli-free» da parte dell’Istituto Istruzione Superiore Don Milani di Rovereto e il saluto conclusivo da parte di Roberto Ceccato del Dipartimento Istruzione della Provincia.

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