Franco Simoncelli, 86 anni, da 73 nella banda di Lizzana
Settant’anni senza andare fuori tempo: è il bandista più anziano del Trentino e il più longevo per anni di attività musicale
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Il segreto per una lunga carriera da bandista? «Fortuna, passione e la sposa che te lasa nar a banda…» Parola di Franco Simoncelli, classe 1935, il bandista più anziano del Trentino e il più longevo per anni di attività musicale.
Simoncelli, 86 anni compiuti, la passione per la musica l’ha respirata fin da piccolo insieme a quattro fratelli: «Papà fu tra i fondatori della banda di Lizzana nel 1928 e noi cinque figli siamo diventati tutti bandisti, sei suonatori in casa!»
Una carriera cominciata nel 1947 con le lezioni di solfeggio e proseguita nel 1948 con lo strumento:
«Sempre col flicorno, ma prima contralto, poi soprano, tenore e infine baritono… e adesso l’eufonio. Ho avuto 10 maestri in tanti anni di attività»; Simoncelli poi nel 1962 divenne presidente della appena fondata fanfara di Lizzana.
«Con la fanfara – esclama orgoglioso – ho partecipato a 49 adunate degli alpini: da buon capogruppo avevo già prenotato per Rimini 2020 per 110 persone, la fanfara e gli accompagnatori, speriamo che nel 2022 sia la volta buona!» La verve non gli manca, tolto qualche acciacco alle gambe: «Se ghe da caminar co la banda no vago, ma pazienza, vederém…»
Tra i ricordi più belli di bandista, Franco Simoncelli annovera i concerti al Casinò di Arco e quelli al teatro Zandonai di Rovereto, le uscite all’estero:
«Che grande soddisfazione ti dava esibirti in un assolo, sempre sull’attenti… il segreto? Sempre pronti, non agitarsi, tanta passione e tanto allenamento…»
Proprio su questo punto Simoncelli dà una benevola tiratina d’orecchie ai giovani bandisti:
«Per essere bravi bandisti bisogna essere sempre presenti a prove e suonare tanto a casa, tutti i giorni! Suonare è un allenamento indispensabile per essere pronti per le prove e i concerti; i giovani oggi vengono con entusiasmo nella banda, ma hanno la morosa, la pizza… ai miei tempi la banda veniva prima di tutto, anche della morosa…».
E qui l’aneddoto diventa particolarmente gustoso: «Avevo mia moglie all’ospedale, niente di grave, e allora sono andato lo stesso con la fanfara all’adunata… go dit al dotor, tègnela qua fin luni… Sono grato a mia moglie, che qualche rinuncia ha dovuto farla per la banda…»
Naturalmente sono tanti i cambiamenti che nei decenni hanno trasformato il modo di fare banda: «Ricordo che da giovani lo strumento te lo prestava la banda; gli anziani passavano lo strumento a noi allievi per fare le prove e poi lo riportavi; ricordo poi quando sono arrivate le prime ragazze, una rivoluzione… la banda l’era na roba de mas-ci, no ghe n’era dòne.»
Simoncelli suona da 73 anni e ai giovani bandisti di oggi raccomanda di studiare, suonare, imparare la musica e rimanere fedeli alla banda, «no nar a sonàr da ballo, ché la federazione deve stare in piedi con i suonatori…»
E in famiglia, c’è qualcuno che porta avanti la tradizione?
«Mah, ho due figlie, ma non sono interessate, c’è una nipote, le ho preso un flauto chissà, andiamo avanti ancora un po’ poi vedremo…»
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