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Il nuovo Commissario del Governo incontra la stampa trentina

Il prefetto Gianfranco Bernabei è lieto di essere a Trento. Non intende abbassare la guardia sulla droga e sa come affrontare i pericoli delle movide

Il nuovo commissario del Governo Gianfranco Bernabei - che nei giorni scorsi si è ha incontrato il presidente della Giunta Provinciale Maurizio Fugatti e il sindaco del capoluogo Franco Ianeselli e i vertici di Carabinieri, Questura e Guardia di Finanza - ha ricevuto la stampa trentina nella sala conferenze del Commissariato del Governo per la Provincia autonoma di Trento.
Come da tradizione, il nostro giornale ha omaggiato al prefetto il libriccino sulla storia dell’Autonomia del Trentino pubblicata a puntate da L’Adigetto.it (vedi).
Ovviamente ci sono fior di tomi sulla storia del Trentino, ma riteniamo che una sorta di «Bignami» possa far sempre comodo a chi deve fungere da interfaccia tra lo Stato e la Provincia autonoma di Trento.
 
Presentandosi, Gianfranco Bernabei ha illustrato i punti positivi del Trentino e quelli negativi, che sono un po’ quelli presenti in varia misura in tutto il Paese.
Parlando di droga, ha chiesto ai giornali di non diminuire la pubblicazione di notizie di arresti e quant’altro, onde evitare che ci si possa abituare alle notizie di cronaca come se facesse parte inevitabile della società.
L’altro punto delicato è quello delle movide, che continuano a sorgere a disprezzo della legge. Consapevole che i giovani hanno bisogno di divertirsi (proviene da Bologna, dove ci sono 80.000 studenti) ha annunciato di voler proporre la figura dello «street tutor», che come negli stadi possa essere utile per evitare gli eccessi.
 
Ha anche precisato di conoscere il pericolo di infiltrazioni mafiose anche in Trentino, anche se con metodologie diverse da quelle della criminalità organizzata.
Quando un’economia è in difficoltà (e siamo appena usciti dalla crisi dei mutui, ma ancora in quella generata dalla pandemia) le grandi disponibilità finanziarie delle organizzazioni mafiose possono trovare terreno fertile.
E su questo le Forze dell’Ordine e la Magistratura non abbasseranno mai la guardia.
Quanto alle Forze dell'Ordine, ha ammesso che c'è stata una riduzione degli organici, ma le moderne tecnologie e le specializzazioni individuali consentono di operare molto bene lo stesso.
 
Gli abbiamo chiesto se ha ricevuto precise disposizioni sulle autorizzazioni da rilasciare per le manifestazioni dei No-Pass. Ci ha risposto che sabato scorso è andato in piazza Duomo a prendere atto del clima che si respira e ha ammesso che ha trovato buona volontà a evitare la violenza.
Se dovesse ricevere informative di possibili infiltrazioni di organizzazioni violente, provvederà a darne notizia agli stessi organizzatori affinché possano isolare i pericoli.
Ha anche precisato che i dimostranti contrari al Green Pass sono «la minoranza di una minoranza».
Ma su questo non siamo del tutto d’accordo. I dati dicono che il 20 percento della popolazione è contraria, il che corrisponderebbe a 100.000 persone a livello provinciale. E comunque i 5.000 che scendono in piazza non sono certo cosa da poco.
 
Nato a Pescara il 26 dicembre 1957, sposato con tre figli, si è laureato in Giurisprudenza nel 1981 a Firenze, dove ha svolto quasi tutta la sua carriera ad eccezione dei primi tre anni trascorsi a Torino.
In Polizia dal 1983, ha prestato servizio prevalentemente nei settori investigativi: Sezione Criminalità Organizzata e Narcotici della Squadra Mobile, DIA, Capo Gabinetto, Dirigente Squadra Mobile ed infine Vice Questore Vicario.
Dal 1° luglio 2010 ha assunto l’incarico di Questore di Matera per poi essere trasferito, mantenendo il medesimo incarico, a Pisa, nel 2012.
Dal 20 aprile 2015 e fino al mese di novembre 2017 è stato Questore di Padova.
Dal 2 novembre 2017 è stato Reggente dell’Ispettorato PS presso il Viminale. Dal 25 luglio 2018 ha assunto l'incarico di Questore di Bologna.

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