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Guido Laino presenta: QRcode e storytelling a Castel Caldes

Il pubblico potrà vedere brevi video dove gli attori del Funambolo raccontano aneddoti sulle vite dei grandi personaggi solandri in mostra

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Le tematiche affrontate dalla mostra «Huomini d’armi, lettere e religione. Solandri illustri dal Cinquecento al Novecento», ospitata a Castel Caldes, sono state lo spunto per un progetto sperimentale e coinvolgente, rivolto ai diversi pubblici del museo, dagli adulti ai giovani, ai disabili, al mondo scolastico.
Per la prima volta, infatti, è stata applicata una nuova proposta di visita volta a rendere il percorso accattivante e immersivo grazie all’impiego di forme innovative e digitali di comunicazione museale.

Con la guida dei curatori della mostra e il coordinamento dei Servizi educativi del museo, il Collettivo «Il Funambolo» diretto da Guido Laino ha infatti ideato e realizzato nove brevi filmati - dotati anche di sottotitoli per facilitare il pubblico sordo, nei quali gli attori Tiziano Chiogna, Marta Marchi e Gabriele Mattè vestono i panni di alcuni personaggi del tempo e, mescolando dati storici e finzione, raccontano in maniera simpatica aneddoti e particolari della vita di alcuni «illustri solandri» ricordati in mostra attraverso dipinti, stampe, sculture, libri e carte geografiche.
 
Per seguirne le vicende è sufficiente scansionare con il proprio smartphone il QRcode presente nelle diverse sezioni della mostra, attivando in automatico l’avvio dei filmati e godendosi così in mostra queste brevi narrazioni che forniscono chiavi di lettura ai variegati temi della mostra.

Ecco quindi il tipografo di Termenago Nicolò Bevilacqua che con le mani sporche di inchiostro racconta del suo apprendistato a Venezia e poi del suo lavoro tra caratteri mobili ed apprezzate edizioni, oppure il parroco di campagna don Pietro Guardi parla dei suoi lontani parenti, i pittori Antonio e Domenico Guardi, che favorì con le sue commissioni, o ancora un falegname che si vanta di aver lavorato per le famiglie Migazzi e Pezzen, oppure la giovane immortalata dal pittore Bartolomeo Bezzi in un dipinto o la parodia del garibaldino mancato che, pur essendo un patriota convinto, non ha mai combattuto a fianco di Garibaldi come invece fece l’amico solandro Ergisto Bezzi che partecipò alla spedizione dei Mille.

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