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Vasco alla Trentino Music Arena, un successo annunciato

Qualcuno ha accusato il nostro giornale di aver fatto uno spot a Fugatti. Qualcuno, al contrario, dice che abbiamo... osteggiato l’iniziativa. Chapeau!

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Il successo della prima uscita di Vasco Rossi dopo la pandemia nella nuovissima Trentino Music Arena è innegabile. E questo vale sia per il Blasco nazionale che per il presidente della Provincia Maurizio Fugatti.
Quando Fugatti annunciò il suo progetto, dapprima pensarono che si trattasse di uno scherzo. Poi, quando capirono che non stava scherzando, ritennero che fosse impazzito. L’idea di portare in Trentino uno spettacolo che richiamava 110.000 persone era fuori di testa.
Come sempre in Trentino si ha sempre paura di fare il passo più lungo della gamba. E quando qualcuno prova a opporsi a questa tradizione insorgono i benpensanti.

Ovviamente le opposizioni non hanno perso un minuto a combattere l’iniziativa. Riuscire a impedire la partenza dell’operazione sarebbe stato un successo, viceversa il successo per Fugatti sarebbe stato devastante.
Fecero fior di conferenze stampa per spiegare i pericoli del progetto e per accusare l’autore di presunzione.
E va detto che la stampa parteggiò per i contrari. I cittadini non osarono appoggiare l’idea, ma in realtà speravano che il tutto andasse in porto. Il Blasco è tutto.

Noi, fin dalle prime conferenze stampa, ci trovavamo da soli a parteggiare per Vasco Rossi. E quindi - va da sé - per Fugatti. Ma deve essere chiaro che noi non parteggiamo né per Fugatti né tantomeno per la Lega.
Abbiamo sempre criticato le azioni e non le ideologie, cercando di essere obiettivi il più possibile.
E questa idea rivoluzionaria di ospitare in Trentino uno spettacolo di queste dimensioni ci ha stuzzicati immediatamente. Ci è sempre piaciuto chi sa osare… Se non si accettasse di affrontare l’ignoto, Cristoforo Colombo non avrebbe mai scoperto l’America.
 

 
E quando abbiamo analizzato il progetto, abbiamo capito subito che Fugatti non aveva quattro Caravelle del tutto inaffidabili, ma un’organizzazione fantastica. Avevamo visto all’opera l’ing. Raffaele De Col già in occasione del terremoto de L’Aquila, quando nel corso dell’estate eravamo riusciti a costruire e installare 500 casette prefabbricate prima che arrivasse l’inverno.
Lo vediamo qui sopra, sfinito, in una foto scattata da noi in Abruzzo in un momento di relax verso la fine dell’operazione.
Fugatti chiese a De Col se sarebbe stato in grado di attrezzare per tempo l’area di San Vincenzo in modo da ospitare centomila spettatori.
De Col studiò la situazione ed espresse il suo parere favorevole dopo aver ottenuto le assicurazioni che avrebbe potuto lavorare senza limiti.

Questo lo sappiamo perché abbiamo parlato con De Col il giorno di presentazione dell’area alla stampa.
Mantenne la promessa e consegnò lo spazio per tempo in condizioni perfette. Ha spianato l'area e la ha attrezzata con tubi interrati del diametro di mezzo metro per consentire il cablaggio di ogni spettacolo (luci, audio e video). Poi ha inerbato il terreno, costruito in modo che drenasse perfettamente, come un campo da golf (dopo un forte acquazzone non si era formata neppure una pozzanghera).
Dobbiamo precisare che De Col ha avuto a disposizione qualcosa come la Provincia autonoma di Trento, sia in termini di capitale umano che di capitale finanziario. Che di volontari, fenomeno del tutto trentino.
 

 
Il tutto è costato circa due milioni di euro, al quale vanno aggiunti il lavoro dedicato dai dipendenti provinciali e il valore del terreno che, per quanto improduttivo, è pur sempre di notevoli dimensioni, 27 ettari.
Anche qui però dobbiamo fare un distinguo. Le spese correnti per l’operazione Vasco sono state di circa 600.000 euro che, a quanto si dice, potrebbero essere pareggiate dagli incassi dei posteggi straordinari. Di certo sarebbe stato bene dividerle con l'organizzazione di Vasco.
Le spese in conto capitale ovviamente vanno a incrementare il patrimonio dei Trentini.

Quei due milioni che sono stati necessari per attrezzare l’area San Vincenzo, da una parte rientreranno grazie ai nove decimi delle imposte dirette e indirette generate dall’indotto dello spettacolo. Dall'altra vanno ammortizzati negli anni, certi che Vasco non sarà l’unico spettacolo.
I produttori si diano da fare per sfruttare il nuovo spazio della Trentino Music Arena.
Spazio che non va ridotto, come qualcuno auspica, ma che potrebbe essere esplementato con un adeguato posteggio per auto come avviene per Disneyland che i 100.000 visitatori li ha tutti i giorni.

Certamente il deflusso va gestito meglio, con cartelli, informazioni, altre uscite.
Una parte della Music Arena potrebbe essere dotata di una tensostruttura.
Poi andrebbe completata con palazzine da mettere a disposizione dei complessi musicali per fare le prove, cosa oggi del tutto assente.
Infine, non sarebbe male se la ferrovia potesse estendersi fino a Mattarello, con fermata a San Vicenzo nei giorni di utilizzo dell’area.
 

 
Con l’avvicinarsi dello spettacolo, le posizioni cambiarono. Il sindaco di Trento divenne parte attiva di uno spettacolo che avrebbe coinvolto la sua città con un evento epocale.
La stampa cambiò posizione e cominciò a parlare dello spettacolo del grande Blasco nazionale. Non aveva più senso contrastarlo, anzi era bene fare come se avessero sempre caldeggiato l’iniziativa.
Le opposizioni rimasero in silenzio, ma non cambiarono posizione.

Per fortuna tutto andò bene e lo spettacolo divenne un evento internazionale.
Il nostro giornale ha pubblicato ampi servizi grazie ai propri collaboratori in presenza che hanno continuato a inviare materiale testuale e iconico alla redazione, che prontamente ha caricato tutto sul giornale in tempo reale.
L’articolo conclusivo di Sandra Matuella ha consegnato alla storia il successo di un’operazione impensabile fino a qualche mese prima.

A questo punto però abbiamo registrato anche delle reazioni opposte che ci hanno fatto pensare.
Qualcuno ha lamentato che l’Adigetto.it avrebbe fatto un grosso spot pubblicitario a favore di Fugatti.
Qualcuno invece - al contrario - ha addirittura accusato il nostro giornale di aver osteggiato lo spettacolo di Vasco Rossi.
A questi ultimi rispondiamo - come dicevano i Romani - che o sono balordi o vengono da molto lontano.
Ai primi diciamo che abbiamo sempre dato il pane al pane e vino a vino. Così come abbiamo attaccato Fugatti quando ha assunto decisioni che secondo noi non andavano assolutamente bene, stavolta dobbiamo riconoscergli la capacità di aver saputo visionare cose all’apparenza impossibili.
 
Ora che abbiamo visto che, se lo vuole, la Provincia può fare miracoli, ci permettiamo di ricordare che il polo fieristico di Piedicastello non è ancora partito. Polo che dovrebbe essere raccordato con piazzale Sanseverino con un ponte ciclopedonale.
Ricordiamo che il Nuovo Ospedale Trentino è solo sulla carta (forse neanche).
Le funivie per il Bondone e per Garniga sono solo nelle buone intenzioni. Per non parlare dell’ascensore che dalle Gallerie di Piedicastello dovrebbe portare la gente sul Doss Trento.
Sono tutte operazioni che potrebbero essere definite opere di regime, ma che arricchirebbero certamente un territorio che per anni è stato il fanalino di coda dell'Italia.

G. de Mozzi

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