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Festa della Repubblica: cerimonia oggi in Piazza Duomo

Fugatti: «Lavoriamo per la pace, ricordando chi ha lottato per donarcela» – Ianeselli: «La nostra Autonomia è frutto della Costituzione della Repubblica»

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«I Trentini hanno ben presente i valori che hanno ispirato nell’immediato dopoguerra il processo di costruzione della nostra Repubblica. È grazie a questi valori che la nostra comunità ha saputo affrontare le tante difficoltà che sono sopraggiunte, da ultimo la calamità Vaia e la lunga emergenza Covid».
Con queste parole il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, è intervenuto questa mattina in Piazza Duomo a Trento alla cerimonia per celebrare la Festa della Repubblica italiana, alla presenza di numerose autorità in rappresentanza dello stato e delle istituzioni locali.


 
«76 anni fa – ha ricordato Fugatti – anche i Trentini scelsero i valori della libertà e della democrazia, contribuendo a quel processo che avrebbe poi portato a riconoscere la specialità della nostra Regione. Dobbiamo essere grati di ciò che abbiamo, in virtù del sacrificio e dell’impegno di quelle generazioni e di un grande statista quale fu Alcide De Gasperi. E dobbiamo saper conservare questi valori».
Valori che hanno consentito al Trentino di far fronte a gravi emergenze e di affrontare con determinazione e solidarietà scenari incerti, come quelli disegnati dal conflitto attualmente in corso in Europa.


 
Richiamando le parole di Papa Francesco, Fugatti ha detto che le istituzioni devono continuare a lavorare per la ricerca della pace, tenendo bene impresso l’esempio di chi molti anni fa ha affrontato il conflitto mondiale e le fatiche della ricostruzione. Un pensiero di gratitudine è stato rivolto a quanti hanno dimostrato di tenere duro, a cominciare dalla componente sanitaria che ha affrontato la difficile prova della pandemia, ma anche la protezione civile e tutte le forze dell’ordine.
Un saluto speciale, infine, il presidente lo ha voluto riservare al questore Alberto Francini che tra poco concluderà il suo servizio per raggiunti limiti di età.



 Di seguito uno stralcio dell'intervento del sindaco di Trento Franco Ianeselli 
Ripensando ai tempi in cui fu fondata la Repubblica, considerando i drammi che stiamo vivendo - la pandemia, la dolorosa guerra europea, i disastri legati al cambiamento climatico - non posso non auspicare che noi tutti oggi recuperiamo un po' dell'energia creativa, dello spirito innovatore e della fiducia di quei giorni.
La scelta di essere cittadini della Repubblica e non più sudditi del re va rinnovata ogni giorno come pure ogni giorno dobbiamo scegliere da che parte stare: quella della libertà, della giustizia, della solidarietà e dei diritti democratici scritti nella nostra Costituzione.
 

 
È scritta nella Costituzione anche la nostra preziosa Autonomia, che quest’anno festeggia il cinquantesimo anniversario del secondo Statuto.
Tra i fondamenti della Repubblica, pensata con grande lungimiranza dai padri costituenti, l’Autonomia non è solo una questione che riguarda i rapporti giuridici tra il nostro territorio e lo Stato.
L’Autonomia per il Trentino e il vicino Alto Adige è sempre stata prima di tutto un modo di essere, una forma di espressione di comunità attive e responsabili che, in quanto tale, non indebolisce ma anzi concorre a rendere più forte la democrazia repubblicana.
 


È l’Autonomia così come la intendeva Alcide De Gasperi: al grande statista, trentino d’origine, europeo per visione e statura, oggi voglio dedicare un pensiero speciale perché proprio in questi giorni è stato concluso il restauro del monumento che lo raffigura in piazza Venezia.
L’omaggio alla sua memoria è più che mai doveroso perché fu proprio De Gasperi che, in veste di presidente del Consiglio, gestì il difficile passaggio dalla Monarchia alla Repubblica e che, da ministro degli Esteri, ottenne a Parigi lo storico riconoscimento delle prerogative di Bolzano e di Trento.
 


Se è vero che l’indifferenza alla politica è un’offesa alla Costituzione come sosteneva Piero Calamandrei, oggi questa festa suona anche come un monito e una raccomandazione a rimettere la politica al centro della vita pubblica e il bene comune al centro della politica.
L’augurio per questa festa è allora quello di recuperare l’impegno alla «felicità della libertà» e all’entusiasmo della responsabilità: libertà e responsabilità di orientare verso una democrazia sempre più compiuta sia la nostra Repubblica sia quell’Europa che è il nostro orizzonte di riferimento e insieme il nostro destino.

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