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La pietra trentina «è unica», merita il Marchio qualità

Già convinte oltre 50 imprese – Spinelli: «Ottima adesione, fondamentale proseguire su questa strada»

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Garantire l’innovazione e il futuro della pietra trentina, un capitale naturale unico che il nostro territorio ha il compito di valorizzare. Attraverso un settore che sta tornando ad essere competitivo, dopo le difficoltà, e che conta oggi circa 600 addetti, un milione di metri cubi annui di materiale scavato, 650mila tonnellate annue estratte per un valore di produzione di 35 milioni di euro, un fatturato complessivo tra i 150 e i 200 milioni di euro. Direzione di sviluppo che passa attraverso la certificazione di qualità - che ha già ottenuto numeri positivi - e la capacità di fare sempre più squadra. È il messaggio lanciato dagli assessori provinciali Achille Spinelli e Roberto Failoni, presenti per sottolineare l’impegno della Provincia autonoma di Trento a favore del comparto al convegno sul «Marchio Trentino Pietre nello spazio pubblico - esperienze a confronto», ospitato nella Sala delle Marangonerie del Castello del Buonconsiglio e organizzato da Espo assieme a Trentino Sviluppo.
 
«La Provincia autonoma di Trento - così l’assessore provinciale allo sviluppo economico, ricerca e lavoro Spinelli - lavora per la valorizzazione del settore estrattivo trentino, che conta 118 cave in attività, di cui 69 di porfido. Attraverso la legge cave si sono introdotti gli elementi per rafforzare tutta la filiera, aiutandola a creare maggiore qualità e a superare gli elementi di debolezza. Il Marchio è uno strumento fondamentale in questa sfida. A un anno dall’avvio ha già ottenuto l’adesione di 53 imprese sulle circa 90 che possono richiederne la concessione. È fondamentale per creare basi di competenza e di miglioramento del prodotto, in tutte le fasi, dall’estrazione alla posa e ai servizi. Abbiamo bisogno di proseguire su questa strada, di promuovere le esportazioni e la riconoscibilità del nostro prodotto che è un valore aggiunto per tutta l’economia del Trentino».
 

 
Per il collega Failoni, assessore provinciale a turismo, sport e artigianato, «fare sistema è una necessità in tutti i settori e lo è a maggior ragione per il porfido e la pietra trentina». «Solo dove c’è squadra vera - prosegue Failoni - i risultati arrivano e sono straordinari. Veniamo da quattro anni di impegno per sostenere il rilancio. Se tutti quanti riusciamo a lanciare questo messaggio positivo, di una pietra davvero unica, che è un valore aggiunto per il mercato internazionale, raggiungeremo l’obiettivo. Un ruolo importante lo hanno anche i Maestri artigiani posatori, che fanno 400 ore di formazione e che oggi molti trentini conoscono grazie al lavoro fatto. La Provincia e il sistema trentino sono vicini ad un settore che sta tornando forte e che con la qualità potrà crescere ancora».
 
Nel convegno, sono intervenuti, tra gli altri, Walter Kaswalder, presidente del consiglio provinciale, e Marcello Balzani, docente di architettura e responsabile del tecnopolo dell’università di Ferrara.
A seguire la tavola rotonda dedicata alle esperienze sul territorio. Carla Strumendo, dirigente del Servizio industria, ricerca e minerario, ha riepilogato gli obiettivi della «legge cave», la riforma del 2017 per il rafforzamento del settore. Con la prossima scadenza delle concessioni in essere, che interesseranno il periodo dal 2024 al 2029, si aprirà una fase importante di rinnovamento con le gare sui cosiddetti «macrolotti». L’auspicio dell’Amministrazione provinciale è che questa fase sia affrontata dalle imprese unendo le forze, come opportunità per rendere forte e duraturo l’intero settore del porfido trentino.

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