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«70 Uted» al Teatro Sociale a parlare di autonomia

Terzo Focus del contest «Conosciamo autonomia», promosso dal Consiglio provinciale di Trento

Pomeriggio conclusivo oggi in un affollato teatro Sociale di Trento, per l’iniziativa «Conosciamo autonomia», voluta dal Consiglio provinciale per sensibilizzare la comunità sul valore dell’autonomia e promuovere il rapporto tra cittadini ed istituzioni.
Dopo i «focus» con le scuole elementari e con gli istituti superiori, quello di questo pomeriggio, con 600 «studenti» della terza età, è stato l’appuntamento finale di una tre giorni dedicata alla conoscenza della nostra specialità.
 
Oltre 70, in rappresentanza dell’intero territorio trentino, le sedi di Uted coinvolte nell’incontro, che è servito anche per lanciare un’attività appositamente progettata per loro, che sarà proposta nelle sedi Uted a partire dall’autunno prossimo, in collaborazione con la Fondazione de Marchi.
«Promuovere occasioni per stimolare, approfondire, favorire la conoscenza dell’autonomia, su cui il Consiglio provinciale ha molto investito e investirà nel futuro, per portare i temi della specialità trentina anche fuori dai palazzi istituzionali»: questo l’obiettivo del progetto manifestato dal Presidente del Consiglio provinciale che ha aperto l’evento e ha illustrato l’attività dell’assemblea legislativa, l’ iter legislativo e gli strumenti a disposizione dei consiglieri per esercitare l’attività politica.
 
Accanto a lui la vicepresidente del Consiglio ha chiarito le regole dei rapporti tra maggioranza e minoranza, nel rispetto delle persone e delle opinioni politiche e partitiche e ha parlato dell’evoluzione del ruolo della donna in politica.
L’assessore alla promozione della conoscenza dell’autonomia ha illustrato gli impegni e le responsabilità dell’esecutivo, oltre che le speciali competenze legate alla promozione della conoscenza dell’autonomia che gli sono state assegnate: «l’autonomia è uno strumento, un bene prezioso che troppo spesso si dà per scontato» – ha detto, rivolgendo a tutti l’appello affinché ciascuno faccia la propria parte con senso civico e cura, nel preservare questo bene prezioso.
 
Federico Samaden, presidente della Fondazione De Marchi, intervenuto brevemente per un saluto, ha proposto un parallelo fra l’autonomia e l’accompagnamento dei nostri ragazzi all’autonomia e alla responsabilità, dal punto di vista educativo: stare con gli altri, mettersi in discussione, non mollare, sono le stesse caratteristiche dell’autonomia del nostro territorio, che dobbiamo sapere interpretare, ragionando su ciò che siamo disposti a fare per far crescere e preservare il nostro territorio.
 

 
Bruno Zorzi, giornalista dell’Ufficio stampa e appassionato di storia ha accompagnato il pubblico in un viaggio nella storia socio economica dell’autonomia riavvolgendo il filo che ha legato il progresso di questa terra.
La narrazione, arricchita da fotografie e video gentilmente concessi dalla Fondazione museo storico e animata da curiosità e aneddoti, ha condotto gli ascoltatori, «saltando sui sassi» attraverso le tappe che hanno scandito la volontà dei trentini all’autogoverno, progressivamente dal movimento dell’Asar fino alla storica stretta di mano del 5 settembre del 1946 fra Degasperi e Gruber a Parigi.
Seguirono anni in cui il Trentino viveva di agricoltura di sussistenza, anni di emigrazione in Sudamerica in cui la nostra terra compariva nel triste elenco delle zone svantaggiate, le più povere d’Italia.
Poi un lungo percorso fatto di sofferenza e di operosità, scandito da una ricostruzione amministrativa, più che politica per giungere al secondo Statuto e allo sviluppo di una moderna società dei servizi terziario e della ricerca.
 
Ha completato l’excursus storico Giuseppe Ferrandi, direttore del Museo storico che si è soffermato in particolare sul passaggio strategico del secondo Statuto di autonomia del 1972 e ha svolto una riflessione sui valori autonomistici e su un diffuso indebolimento della cultura dell’autonomia: quella cultura che animava le piazze dell’Asar che chiedevano a gran voce l’«autonomia integrale da Ala al Brennero», spinte dalle aspirazioni autonomistiche della popolazione, che assecondavano una tradizione all’autogoverno che le precedeva storicamente di molti anni.
 
La parola «autonomia», ha aggiunto non senza una nota di amarezza, oggi non evoca più i concetti di partecipazione e di responsabilità, ma è messa troppo spesso in relazione unicamente con le risorse.
E questo, ha ammonito, rappresenta l’anticamera per non poter esercitare consapevolmente l’autogoverno.
In tal senso ha sottolineato anche l’importanza dell’aggancio all’Alto Adige o quanto meno al Nord Europa.
Ha concluso citando Flavio Mengoni, già Presidente della Provincia allorché nel suo discorso di insediamento del 1979 definì l’autonomia «l’originale adattamento di norme e principi al modo di essere di una comunità».
 
Infine, la nota leggera è stata affidata all’esilarante performance dell’attrice Loredana Cont, che vestendo i panni della «signora Autonomia da Trent, 76 anni, nata a Parigi, dopo una sofferta e lunga gestazione» ha divertito il pubblico riflettendo più o meno ironicamente sulle capacità dei trentini di governarsi, gestirsi, essere responsabili come classe politica e come società civile, mettendo in evidenza gli aspetti identitari e le specialità trentine, anche linguistiche e lessicali, che giustificherebbero il nostro essere autonomi in nome di un’innegabile diversità.
 
Ha chiuso la serata l’esibizione del coro dell’Uted che ha coinvolto l’intero teatro sulle note dell’inno al Trentino.

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