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Pene alternative, la Regione autonoma modello europeo

La Giunta regionale del Trentino Alto Adige approva l’adesione al Forum europeo per la giustizia riparativa

La Giunta regionale ha approvato oggi il rinnovo dell’adesione della Regione autonoma Trentino-Alto Adige per l’anno 2018 al Forum Europeo per la Giustizia Riparativa, l’organismo internazionale con sede in Belgio che promuove l’applicazione dei programmi di giustizia ripartiva e l’implementazione di questa pratica in tutte le fasi del processo.
«In tema di giustizia riparativa il Trentino-Alto Adige è la prima e unica Regione in Italia ad avere un proprio Centro pubblico mediazione e giustizia riparativa. Si tratta di una best practice che grazie alle iniziative promosse dal Forum rappresenta una realtà virtuosa in Italia ed è considerata un modello di riferimento», spiega l’assessore regionale Giuseppe Detomas, competente fra l’altro anche per i giudici di pace.
Ogni anno sono circa 120 i casi gestiti dal Centro regionale.
Quasi la metà (50 casi) riguardano minorenni, che vengono indirizzati a un percorso extragiudiziale di riflessione e di dialogo con la parte offesa, con lo scopo di una riabilitazione sociale attraverso la loro responsabilizzazione.
 
Anche i giudici ordinari si rivolgono alla giustizia alternativa, ad esempio quando chi ha infranto la legge accede al nuovo istituto della messa alla prova per ottenere l’estinzione del reato.
Quasi il 50% dei casi segnalati dalle autorità giudiziarie e presi in carico e per i quali vengono avviati percorsi di giustizia riparativa hanno esito positivo, con remissione della querela o comunque il raggiungimento di un accordo di riparazione in favore della parte offesa.
«Aderire al Forum Europeo rappresenta per noi l’occasione di promuovere ulteriormente gli strumenti di giustizia riparativa di cui siamo pionieri in Italia. Il decreto legislativo che doveva introdurre a livello nazionale l’istituzione di Centri regionali analoghi al nostro sembra ora destinato a non essere approvato, mentre noi siamo in procinto di rafforzare tale istituzione con un protocollo che ci consentirà di attivare al suo interno anche un Centro di ascolto per le vittime di reato», conclude Detomas.

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