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XI Congresso Filt Trentino: puntare su una mobilità sostenibile

Al centro del confronto gli investimenti per la ferrovia, il rinnovo della concessione di A22 e l’affidamento in house per il trasporto pubblico locale

La mobilità come diritto e come investimento, per favorire la crescita della comunità nel rispetto di una indispensabile sostenibilità ambientale.
Dunque che chiama in causa scelte e pianificazione. E’ questo il tema su cui Stefano Montani, segretario riconfermato alla guida della Filt, ha aperto l’XI congresso della categoria.
I delegati e le delegate del comparto dei trasporti, degli impianti funiviari e della logistica si sono riuniti oggi a Ravina per definire e condividere le linee programmatiche per i prossimi quattro anni.
Moltissimi i temi toccati da Montani nella sua relazione, per rappresentare i bisogni e gli obiettivi di una categoria molto diversificata al suo interno, dai grandi investimenti sulla mobilità regionale al problema della sicurezza, fino al trasporto pubblico locale, cittadino e provinciale.
 
Ma anche il lavoro «innovativo» e spesso povero della logistica e il rinnovo della concessione per l’Autostrada del Brennero, che ha definito di «fondamentale importanza».
In tema di mobilità regionale Montani si è soffermato su due importati opere, il tunnel ferroviario del Brennero e la Valdastico.
Sul primo ha parlato di un'opera strategica che permetterà anche di ridurre il traffico su gomma.
Ha però ammesso che in Trentino a differenza dell'Alto Adige «la sensazione è che su questa partita il Trentino, oggi, sia in ritardo».
 
Sulla Valdastico il segretario della Filt provinciale è stato netto: «E’ una soluzione che non ci convince né da punto di vista ambientale, né da un punto di vista economico. In definitiva un'opera, a parer nostro, più dannosa che utile.»
Più utile, per decongestionare il traffico dalla Valsugana, sarebbe secondo il sindacato potenziare l'attuale linea ferroviaria che porta a Bassano sia per il traffico dei passeggeri che delle merci.
Sul trasporto pubblico locale è emersa la preoccupazione per una soluzione diversa dall’affidamento in house.
«Ci preoccuperebbe, perché abbiamo il sospetto che qualsiasi privato guarderebbe più al contenimento dei costi, magari incidendo negativamente sui diritti dei lavoratori e sulla qualità che oggi, il nostro trasporto pubblico locale, è in grado di offrire.»
 
Dunque ha ribadito la necessità di un nuovo contratto di secondo livello e garanzia di adeguata sicurezza, altra questione che tocca molto da vicino i lavoratori e le lavoratrici del settore.
«Su questo versante molto è stato fatto e sappiamo che c'è ancor molto da lavorare – ha chiarito -, ma la sicurezza, sulla quale non abbasseremo mai la guardia, non deve diventare il problema dei problemi. Spiace che questo problema sia usato come megafono per alimentare tensioni e aumentare il proprio consenso, senza, peraltro, dare alcuna soluzione seria se non quella di gridare al lupo.»
In tema di rinnovo di concessioni Montani si è soffermato anche sull’Autostrada del Brennero parlando di partita strategica per tutto il territorio.
«L'A22 incide concretamente non solo sulla mobilità regionale, ma con gli investimenti messi in campo potrà trainare una parte dell'economia e dell'occupazione.»
 
Sono circa mille oggi i dipendenti dell’Autobrennero, altrettanti sono impegnati nell’indotto.
Numeri importanti per il mercato del lavoro locale che si legano anche a quanto la spa versa in imposte sul nostro territorio, ben 35milioni di euro.
Dunque il comparto degli impianti di risalita «che permette di mantenere la montagna abitata e che per questo non può e non deve prescindere dalla salvaguardia del territorio e da un modello di sviluppo, anche turistico, sostenibile.»
Montani ha anche detto, però, che «senza l'apporto di investitori privati sarà difficile, da qui a qualche anno  se le risorse della Provincia verranno meno, mantenere in equilibrio le stazioni più piccole. Una gestione pubblico/privato è, dunque, fondamentale.»
Infine il comparto della logistica, quello dove più di altri si concentrano gli effetti dell’automazione e in cui non mancano situazioni di forte disagio.
 
«E’ necessario anche in Trentino porre una particolare attenzione ai processi di esternalizzazione e ai cambi di appalto garantendo ai lavoratori interessati il mantenimento del contratto nazionale logistica e trasporto merci, evitando frammentazioni a mantenendo un unico contratto per l'intera filiera.»
Troppo spesso, infatti, all'interno dello stesso comparto lavorano l’uno vicino all’altro addetti con contratti diversi.
«Cercare di contenere i costi facendolo sulla pelle sui lavoratori, limitandone diritti, aumentando la precarietà, o addirittura riducendo i salari è una visione di scarso respiro che prima o poi si ritorcerà contro le aziende che si ostinano a perseguire questa politica.»
Al termine del dibattito congressuale hanno preso la parola la segretaria confederale provinciale Manuela Faggioni, che ha concluso il suo intervento con un appello ad andare a votare domenica e la segretaria nazionale Cristina Settimelli, hanno eletto i componenti dell’assemblea generale e del comitato direttivo.
Infine l’assemblea generale ha nominato il nuovo segretario provinciale, confermando Stefano Montani.

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