Assolta la sindaca di Roma Raggi: il fatto non costituisce reato
Luigi di Maio: «Giornalisti infimi sciacalli» – Il presidente dell’Ordine dei giornalisti Carlo Verna: «Un Di Maio così non è gradito come iscritto all’Ordine»
Ovviamente c’è sempre da rallegrarsi a sapere che non è stato commesso un reato, per cui accogliamo con benevolenza il verdetto dei giudici romani che hanno emesso la sentenza che assolve la sindaca Virginia Raggi dall’accusa di falso per la nomina di Marra. Il fatto non costituisce reato.
Ovviamente questa assoluzione non cancella i problemi che la sua amministrazione ha creato, o che non ha contribuito a risolvere, ma questo è un altro discorso. Certo che il commento della Raggi per cui la sentenza «cancella due anni di fango» è un po’ indulgente verso se stessa, come se le critiche mosse nei suoi confronti fossero state esclusivamente di natura giudiziaria.
Quello che invece colpisce è la reazione del leader pentastellato Luigi di Maio. Scontata la sua felicità per l’assoluzione e per averla sempre difesa, ma poi il ministro si è scagliato contro la stampa.
«Giornalisti infimi sciacalli», ha commentato Di Maio.
Poiché Di Maio è iscritto all’Ordine dei giornalisti nell’Elenco pubblicisti, il presidente dell’Ordine Carlo Verna ha commentato «Un Di Maio così non è gradito come iscritto».
«Mentre da cittadino mi chiedo se sia questo il modo di esercitare un alto mandato – scrive Verna, – da presidente dei Giornalisti gli chiedo di valutare seriamente la possibilità di lasciare spontaneamente la nostra comunità, nella quale ha diritto di stare, ma in cui chi si comporta così non è assolutamente gradito.»
Di Battista è andato oltre su Facebook. «Oggi la verità giudiziaria ha dimostrato solo una cosa: che le uniche puttane qui sono proprio loro, questi pennivendoli che non si prostituiscono neppure per necessità, ma solo per viltà. Ma i colpevoli ci sono e vanno temuti. I colpevoli sono quei pennivendoli che da più di due anni le hanno lanciato addosso tonnellate di fango con una violenza inaudita. Sono pennivendoli, soltanto pennivendoli, i giornalisti sono altra cosa.»
Parole un po’ grosse per un leader politico che, scrivendo su facebook e non su un giornale, si sente libero di sparare cavolate a ruota libera.
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