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Verso il Fronte Russo: immagini del medico trentino Salvadei

Domani si inaugura la mostra fotografica al Museo della Guerra al Castello di Rovereto

Sarà inaugurata domani pomeriggio alle ore 18.00 la mostra fotografica Verso il Fronte Russo - Immagini e impressioni di Aldo Salvadei 1941-42 proposta dal Museo della Guerra di Rovereto e incentrata su di una selezione di immagini realizzate nel corso della Seconda guerra mondiale da Aldo Salvadei, sottotenente medico impegnato tra il 1941 ed il 1942 nel trasporto di feriti dal fronte russo.
La mostra è visitabile dal 9 marzo al 16 giugno 2019 con orario 10.00 - 18.00 (da martedì a domenica).
Contestualmente all’inaugurazione del primo appuntamento del Museo per il 2019 verrà esposta un’uniforme da infermiera volontaria di Croce Rossa in servizio durante la Seconda guerra mondiale, donata al Museo dall’Ispettorato delle Infermiere Volontarie della Croce Rossa Italiana della Provincia autonoma di Trento.
Le immagini in mostra sono uno spaccato di due viaggi verso il fronte russo compiuti tra l’estate 1941 e l’inverno 1942.
 
A bordo del treno ospedale n. 7, Salvadei non raggiunge mai la prima linea, ma attraversa ampi territori: fotografa paesaggi rurali e città delle retrovie, abitazioni contadine e villaggi bombardati; nel suo viaggio incontra contadini, civili ma anche prigionieri russi, mostrando sempre uno sguardo curioso e mai banale.
Aldo Salvadei nacque a Mantova il 17 agosto 1900. I genitori, Ippolito – commerciante di salumi – e Ida Vanzini erano originari di Caderzone, in val di Rendena, che avevano lasciato alla fine dell’800 senza però scindere i legami famigliari e patrimoniali con il paese d’origine.
A Mantova Salvadei frequentò il liceo classico fino all’aprile 1918 quando decise di abbandonare gli studi per arruolarsi volontario nel 3° reggimento del Genio telegrafisti.
Nell’autunno 1919, dopo aver ottenuto il diploma liceale, si iscrisse alla Facoltà di Medicina e chirurgia di Padova, presso la quale si laureò nel 1927 e frequentò il corso di specializzazione in pediatria (1931-1932).
Stabilitosi a Trento, esercitò l’attività di pediatra quale libero professionista fino al gennaio 1935 quando venne nominato primario medico presso l’ospedale infantile provinciale. Dal marzo 1938 svolse l’incarico di medico scolastico comunale.
 
Nel 1939 si sposò con Anna Zelger, dalla quale ebbe tre figli. Poco dopo la nomina a membro del Consiglio provinciale di sanità (marzo 1941), fu richiamato a prestare servizio militare quale sottotenente medico sul treno ospedale n. 7, occupandosi del trasporto di feriti dal fronte jugoslavo e, dal luglio 1941, assegnato al CSIR, dal fronte russo.
Il primo viaggio avviene tra l’agosto e l’ottobre 1941 e portò Salvadei in Bessarabia, tra Jasi, Balty e Alexandreni.
Con il secondo viaggio, svolto tra il dicembre 1941 ed il gennaio 1942, il treno ospedale arriva in Ucraina a Dnjepropetrowsk.
Nell’aprile 1942, in seguito ad un incidente, fu sottoposto a un lungo periodo di cure mediche e infine congedato dall’esercito.
Alla fine del conflitto riprese l’attività di pediatra comunale, rivestendo dal 1952 al 1970 il ruolo di direttore della poliambulanza scolastica.
Salvadei fu attivo anche come pubblicista scientifico e come poeta dialettale (Poesie della Val Rendena, 1978). Morì a Trento nel 1985.
 
LA DONAZIONE DELL’UNIFORME DA VOLONTARIA DELLA CROCE ROSSA
L’uniforme italiana da volontaria di Croce Rossa mod.1908 è appartenuta ad Antonietta Gerola ed è dono dell’Ispettorato delle Infermiere Volontarie della Croce Rossa Italiana della Provincia autonoma di Trento.
Antonietta Gerola ha prestato servizio come Infermiera Volontaria di Croce Rossa presso l’ospedale da campo n. 170 durante l’occupazione delle truppe italiane di Sebenico, in territorio jugoslavo, fra l’ottobre 1942 e l’aprile 1943.
Tornata a Rovereto, dopo l’armistizio lavorò presso il posto di soccorso della stazione ferroviaria dalla quale transitavano gli internati italiani e i prigionieri alleati verso i campi di prigionia in Germania.
La sua opera non si limitò all’assistenza medica e alla distribuzione di viveri ma riuscì a far ricoverare ufficiali e soldati al Civico Ospedale per poi favorirne la fuga dalla prigionia.
Dopo il conflitto la sua opera venne riconosciuta tramite la concessione di varie decorazioni fra le quali una croce al merito di guerra.

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