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Derivazioni idriche: si rivedranno i canoni di concessione

La ha deciso la Provincia autonoma di Trento «per il recupero dei costi ambientali»

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Incentivare un utilizzo delle risorse idriche efficiente, al fine di tutelare l’ambiente e l’acqua.
Da questo principio prende le mosse una delibera, approvata oggi dalla Giunta provinciale su proposta del vicepresidente Mario Tonina, con la quale vengono rivisti i criteri per il recupero dei costi ambientali e della risorsa idrica mediante i canoni dovuti dai titolari di concessioni a derivare in Trentino.

Tali criteri sono finalizzati al rispetto di quanto previsto dal Piano di Sviluppo Rurale provinciale e nazionale e dalle direttive europee in materia e sono basati sull’analisi economica dell’attuale contesto provinciale, comprendente sia i costi sostenuti per il mantenimento del «buono» stato qualitativo delle acque e, ove necessario, per il loro risanamento, che i diversi canoni richiesti ai vari settori di utilizzo.

Dall'analisi emerge la necessità di rivedere la modulazione dei canoni, incentivando l'uso efficiente della risorsa idrica e recuperando dai diversi settori di utilizzo i costi sostenuti per salvaguardare la qualità delle acque e dell'ambiente.
Nel 2020 i criteri oggi definiti verranno attuati con l'effettiva revisione dei valori dei canoni di concessione.

L'ironia della coincidenza vuole che la decisione di aumentare le tariffe venga presa dalla Giunta provinciale a base lighista proprio a ridosso del «No tax day» della Lega.

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