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Sinergie tra corte dei Conti e Guardia di Finanza

Rilevati danni erariali commessi dalla Pubblica amminstrazione locale nei confronti dello Stato per oltre 5,3 milioni di euro

La Guardia di Finanza, quale Polizia Economico-Finanziaria, esercita una mirata attività di protezione e difesa della Finanza Pubblica da tutte le forme di illegalità che recano pregiudizio alle uscite di bilancio dello Stato e degli enti locali.
In tale ambito, il Corpo collabora con la Corte dei Conti, attraverso ispezioni ed accertamenti diretti nei confronti di Pubbliche Amministrazioni, privati contraenti o beneficiari di finanziamenti a destinazione controllata, effettuati su richiesta della magistratura contabile.
Nel 2019, le Fiamme Gialle trentine hanno eseguito 43 interventi delegati dalla Procura Regionale della Corte dei Conti di Trento e 7 interventi d’iniziativa che hanno interessato importanti flussi di spesa, dai fondi comunitari agli incentivi nazionali, dalla sanità agli appalti, dal pubblico impiego alla gestione del patrimonio pubblico, accertando un danno erariale complessivamente pari a oltre 5,3 milioni di euro.
Sono 42 le persone deferite alla Corte dei Conti, a carico delle quali sono stati proposti sequestri conservativi per un valore di quasi 4,6 milioni di euro.
 
Particolare rilevanza assume l’attività investigativa svolta nel comparto dei tributi locali, finalizzata a verificare la corretta attribuzione della rendita catastale delle centrali per la produzione di energia idroelettrica presenti nel territorio della Provincia Autonoma di Trento.
Proprio in tale ambito, le Fiamme Gialle trentine, a seguito di una specifica attività di indagine, hanno concentrato l’attenzione su due centrali idroelettriche site nel Comune di Peio.
Su delega della locale Procura Regionale della Corte dei Conti, è stata individuata e posta sotto sequestro, presso gli uffici della Provincia Autonoma di Trento, copiosa documentazione utile ad accertare e quantificare le minori entrate di ICI, IMU e IMIS causate dalla non corretta determinazione della rendita catastale delle due suddette centrali idroelettriche.
L’accurato esame dei documenti sequestrati ha, difatti, consentito di ipotizzare una responsabilità amministrativo - contabile a carico di un dirigente e di un funzionario del Servizio Catasto della Provincia Autonoma di Trento.
 
Costoro avrebbero dovuto classificare le centrali idroelettriche ai fini catastali in modo corretto, nei tempi dovuti e nella loro interezza, avendo a disposizione i reali valori attribuiti agli impianti.
Stando a quanto accertato, pertanto, i due citati responsabili del Servizio Catasto, in danno del Comune di Peio e a diretto beneficio dei soci della Hydro Dolomiti Energia SRL, la società concessionaria delle centrali idroelettriche in questione, pur disponendo di tutti i dati e le informazioni necessarie, all’atto di determinare il reale valore catastale, hanno formulato una valutazione tecnica, economica e finanziaria scorretta.
Per procedere alla corretta ricostruzione della rendita catastale, gli investigatori delle Fiamme Gialle trentine hanno preso in considerazione sia i beni strumentali direttamente correlati alle due centrali idroelettriche che la struttura stessa.
 
La nuova rendita catastale così rideterminata - in una misura sensibilmente superiore rispetto al valore attribuito dal Servizio Catasto della Provincia Autonoma di Trento - ha permesso ai Finanzieri di quantificare minori entrate per il Comune di Peio per circa 2,9 milioni di euro.
È stato, inoltre, proposto il sequestro conservativo di valori pari al danno erariale accertato.
La Procura Regionale della Corte dei Conti di Trento, accogliendo in toto le conclusioni investigative della Guardia di Finanza trentina, ha citato in giudizio, nei giorni scorsi, i due responsabili del Servizio Catasto della Provincia Autonoma di Trento per danno all’Erario.
L’attività di servizio appena delineata costituisce ulteriore riprova del costante impegno profuso in sinergia dal Corpo e dalla Procura Regionale della Corte dei Conti di Trento nella lotta agli sprechi di denaro pubblico, a salvaguardia dei bilanci degli enti locali, affinché sia garantita la legalità, l’equità e l’efficienza nella gestione delle pubbliche risorse.

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