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Soccorso fuori pista da parte della Polizia del servizio neve

Sul Cermis un ragazzo era caduto fuori pista e recuperarlo è stato estremamente difficile

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Lunedì 9 marzo, alla chiusura degli impianti del Cermis, gli Agenti del distaccamento di Cavalese del Servizio Sicurezza e Soccorso in Montagna venivano avvisati che, a monte della telecabina, uno di tre ragazzini scesi in fuoripista era caduto sbattendo la testa e che necessitava di soccorso.
Compresa la gravità della situazione, veniva immediatamente predisposto un piano di intervento tenendo conto del luogo impervio dove si trovavano gli sciatori, delle condizioni metereologiche avverse (nevicata in atto) e dell’ora dell’incidente.
Per tale motivo un Agente raggiungeva fuori pista l’infortunato per fornire agli altri componenti della pattuglia le informazioni sulle condizioni di salute del ragazzo e per stabilire le manovre successive.
 
Sul posto emergeva che il giovane sciatore era cosciente ma, che in conseguenza della caduta aveva battuto la testa sul suo ginocchio riportando una forte contusione allo zigomo e un lieve trauma cranico.
Il personale della Polizia di Stato, con difficoltà ma con grande perizia, riusciva a raggiungere con la barella toboga il luogo dell’incidente, mentre un altro componente della pattuglia con la motoslitta si portava presso il campo scuola, con le corde ed il materiale alpinistico necessario per il recupero dell’infortunato.
Per il recupero, reso ancora più arduo dagli alberi caduti per la tempesta Vaia, veniva deciso di recuperare l’infortunato trainando la barella verso monte.
 
Il Toboga è stato ancorato a una corda di 250 metri agganciata a un gatto delle nevi per effettuare il traino verso monte.
Una volta predisposto l’ancoraggio iniziava l’operazione di recupero.
Sul posto, in ausilio dei componenti della pattuglia, giungevano anche alcuni dipendenti delle Funivie e con molta attenzione, perizia e fatica, (i soccorritori sprofondavano nel manto nevoso oltre mezzo metro) dopo un’ora riuscivano a portare a monte il ragazzino per consegnarlo, per le cure, al personale del nosocomio di Cavalese.
 
«Ai colleghi che svolgono il servizio di Sicurezza e Soccorso in Montagna – commenta il Vice Questore Salvatore Ascione, portavoce del Questore – vanno riconosciute le capacità non comuni nell’assumersi il rischio di interventi particolarmente gravosi e risolutivi per la salute del singolo e collettiva, con pericoli personali che oltrepassano i limiti del servizio, ma con uno spirito, a maggior ragione in questi momenti, comune a tutti gli appartenenti della Polizia di Stato.»

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