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Fedi, anelli e braccialetti in oro rubati in casa ad una anziana

La polizia della Questura di Trento recupera la refurtiva, arresta una donna e denuncia un minorenne

Nella mattinata di ieri la Squadra Mobile della Questura di Trento, nel corso di un’attività investigativa diretta a reprimere i furti in abitazione, ha arrestato per ricettazione, d’intesa con la Procura della Repubblica di Trento, una ventunenne di origine sinti, residente in provincia di Torino e denunciato un diciasettenne di nazionalità croata.
I due sono stati trovati in possesso di circa mezzo chilo di oro, distribuito in fedi nunziali, orecchini, braccialetti, catenine, nonché arnesi atti allo scasso, rubati in un’abitazione di via Briamasco, nella stessa mattinata di ieri, ad una signora uscita di casa per recarsi all’ufficio postale.
 
La refurtiva è stata interamente recuperata e sarà restituita alla proprietaria, una anziana di Trento, che ha già riconosciuto i preziosi sottrattigli. 
Le indagini avviate dagli investigatori della Polizia di Stato rientrano in una strategia più ampia di contrasto ai furti in abitazione voluta dal Questore di Trento, Cracovia, attraverso un’intensificazione dell’attività di controllo del territorio.
In particolare, innalzando il livello di attenzione attraverso ripetuti controlli in stazione, così come nello stesso capoluogo da parte della Polizia di Stato, per identificare soggetti sprovvisti di documenti, nonché in possesso di precedenti penali, giunti in città e sanzionati attraverso fogli di via obbligatori, ovvero il divieto di ritorno a Trento.
 
L’attività investigativa che ha portato ieri mattina a bloccare i due giovani con la refurtiva sottratta in via Briamasco, è stata frutto di un’attenta valutazione degli indizi emersi nel corso dei sopralluoghi effettuati in alcuni furti avvenuti in città dall’inizio del mese di agosto; tali da far ritenere che si trattasse di azioni criminose ben organizzate, probabilmente commesse da ladri “trasfertisti”, non residenti nel capoluogo trentino. Ma piuttosto itineranti alla ricerca degli obiettivi da derubare.
 
In primis le modalità di scasso con cui sono entrati i ladri nelle abitazioni. In tutti gli episodi in cui è intervenuta la Polizia di Stato, sono stati rilevate porte o finestre forzate attraverso cacciaviti ed altri attrezzi da scasso, trovati a poca distanza dai luoghi di furto.
Arnesi simili sono stati trovati ai due ragazzi indagati dalla Squadra Mobile.
Nei prossimi giorni, d’accordo con la Procura della Repubblica di Trento, saranno effettuati degli accertamenti scientifici per verificare se vi fossero le medesime impronte sugli arnesi da scasso sequestrati ai due giovani fermati ieri dalla Polizia di Stato, e quelli rivenuti in altri luoghi di furto.
 
Un’altra dato che fatto da subito propendere per l’ipotesi investigativa di azioni delittuose programmate con attenzione, è stato ricavato dal fatto che le abitazioni derubate, al pari di quella di via Briamasco, fossero tutte, al momento dell’ingresso dei ladri, disabitate, perché i proprietari in vacanza oppure appena usciti per andare al lavoro nonché a svolgere alcune commissioni.
La conferma è arrivata attraverso le testimonianze raccolte dai poliziotti della Questura di Trento proprio dalle stesse vittime, nonché da altre persone residenti nei pressi delle abitazioni derubate.
 
I racconti delle persone derubate e dei vicini hanno sempre segnalato la presenza di una coppia di giovani, visti aggirarsi nei pressi delle abitazioni nei giorni immediatamente precedenti i furti.
Un particolare, che unito alle descrizioni dei tratti somatici dei due giovani, ha indirizzato gli investigatori della Squadra Mobile su una pista investigativa precisa, rivelatasi, nella mattinata di ieri, risolutiva.
 
I due giovani bloccati con la refurtiva rubata poco prima in via Briamasco, sono stati visti da una pattuglia della Squadra Mobile, aggirarsi nei pressi di alcune abitazioni in località Madonna Bianca.
Alla vista dell’equipaggio in borghese della Polizia di Stato, i ladri sono fuggiti, lanciando un oggetto, rivelatosi un borsello pieno di monili in oro.
Una volta raggiunti dai poliziotti della Questura di Trento i due sono stati bloccati e condotti presso gli uffici della Squadra Mobile e sottoposti la ragazza, in quanto maggiorenne a un fermo di indiziata di delitto e il ragazzo, il minorenne, collocato presso una comunità per minori non accompagnati.

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