Non solo San Gennaro: restituiti preziosi reliquiari
Furti d’arte, i Carabinieri del Nucleo napoletano per la Tutela del Patrimonio Culturale
Nel Duecento Napoli traboccava di ori, smalti, argenti e gemme. Cuore pulsante di arte e cultura, crocevia tra le regioni d’Oltralpe e il Mediterraneo, il capoluogo campano era una delle città più prospere d’Europa e quel suo «Secolo d’oro» è tuttora raccontato da mostre che ne ripercorrono la storia millenaria, unica al mondo per l’intreccio di ricchezza, fede e sapienza popolare.
In quel tempo la città è divenuta luogo di produzione senza eguali per reliquiari, dipinti, statue, oggetti preziosi ma anche simboli di fede, un’eredità molto sentita in territorio campano.
Un reliquiario non è solo un bell’oggetto, ma il riflesso di un credo profondo che si alimenta della vicinanza alle spoglie terrene del Santo.
Il fedele, volgendo lo sguardo al suo volto dipinto, crede di essere dinnanzi a lui in carne e ossa, come i primi cristiani al cospetto alle icone.
Quando un’opera d’arte legata al culto è rubata da una chiesa, è un danno inestimabile per il ruolo e l’importanza che quel bene riveste per la comunità.
I Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale del Nucleo di Napoli, coordinati dalla Procura della Repubblica partenopea, hanno individuato un’organizzazione criminale che agiva con base logistica in Campania, coinvolta nel furto di opere d’arte e manufatti nei luoghi di culto e negli istituti religiosi dell’intero territorio nazionale.
Oggi, a pochi giorni dalla liquefazione del sangue di San Gennaro nella Cappella del Succorpo a Napoli, il Nucleo TPC del capoluogo campano prende parte a una celebrazione importante a Monguelfo, che vede la restituzione al territorio di appartenenza di beni particolarmente cari ai fedeli, due reliquiari e due porta-dipinti.
Il 29 settembre 2020 alle ore 18:00 nella Chiesa di Santa Margherita a Monguelfo, il comandante del Nucleo dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale di Napoli, Maggiore Giampaolo Brasili, restituirà al parroco Paul Schwiebacher due reliquiari placcati in oro, dell’altezza di 116 cm, rubati il 27 dicembre 2010.
Nella stessa occasione, alla presenza di Fritz Egarter, Sindaco di Sesto (BZ), il magg. Giampaolo Brasili riconsegnerà due porta-dipinti in legno intagliato a Padre Andreas Seehauser, rappresentante della parrocchia San Giuseppe, rubati il 26 dicembre 2009.
Attraverso una complessa indagine, i Carabinieri hanno individuato ventinove persone. Quattro i ladri che organizzavano il «colpo», da cui il nome dell’indagine «FourFour», per il resto si tratta di ricettatori e acquirenti.
L’attivissima banda criminale è ritenuta responsabile di 55 furti, molti dei quali si sono conclusi con lieto fine e beni restituiti, come il Tesoro di San Donato di Acerna (SA) e altri in tutta Italia, a Potenza, Matera, Occhiobello, per citarne soltanto alcuni.
Ladri senza scrupoli che non hanno esitato, dopo aver discusso con i ricettatori, a dedicarsi ad altri tipi di crimini, come la rapina e il sequestro di un anziano.
Di fondamentale importanza è risultata la comparazione delle immagini degli oggetti sequestrati con quelle contenute nella «Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti», gestita dal Comando dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, che ha consentito di identificare le opere trafugate dalle chiese.
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