Disastro della Funivia Stresa-Mottarone
Il GIP scarcera Luigi Nerini ed Enrico Perocchio, Gabriele Tadini va ai domiciliari
Il Procuratore Capo di Verbania Olimpia Bossi aveva fatto arrestare tre persone con l’accusa di omicidio colposo plurimo in relazione al disastro della Funivia Stresa-Mottarone, ritenendoli colpevoli di aver rimosso le sicurezze frenanti facendo precipitare la cabina con la rottura del cavo trainante, provocando la morte di 14 persone.
I tre arrestati erano Luigi Nerini, gestore dell’impianto, Enrico Perocchio, direttore di esercizio e Gabriele Tadini, caposervizio della funivia.
Oggi il GIP, Donatella Banci Buonamici, ha tenuto gli interrogatori di garanzia e ha emesso una sentenza che con ogni probabilità farà discutere.
Ha posto in libertà Luigi Nerini ed Enrico Perocchio, ritenendo che gli indizi di colpevolezza a loro carico non fossero sufficienti a giustificare una misura cautelare.
Il GIP ha ritenuto invece fondate le accuse a carico di Gabriele Tadini, autore della «decisione scellerata» di applicare i forchettoni che hanno disattivato i freni di emergenza, per il quale ha tuttavia ritenuto sufficienti gli arresti domiciliari, non ritenendo che sussistano gli elementi per tenerlo in carcere.
In poche parole, la responsabilità penale sarebbe eslusivamente della persona che tecnjicamente e giuridicamente poteva togliere le sicurezze di emergenza.
Il quale, verosimilmente, non può manomettere le prove né reiterare il reato.
Ora il Procuratore valuterà se sarà il caso di ricorrere, ma in tutti i casi l'inchiesta va avanti perché le persone che poco o tanto possono avere una certa responsabilità sono molte di più dei tre indagati.
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