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Fermato l'aggressore della volontaria di Ranzo

È un Ivoriano di 40 anni regolare in Italia da 10 anni – Non si conoscono le ragioni del gesto – I dettagli dell'aggressione

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Alla conferenza stampa indetta dai Carabinieri di Trento è stata fatta chiarezza, salvo la ragione per cui l’immigrato ha accoltellato la volontaria a Ranzo.
Arrestato in flagranza di reato, ci è stato detto, non potevamo interrogarlo in quanto privo di avvocato difensore.
Perlomeno si è saputo con certezza che è originario della Costa D’Avorio. Dapprima avevamo capito che era ghanese, poi ci è stato detto che era del Burkina Faso, infine è stato stabilito che si trattava di alias di comodo.
 
L’uomo è regolarmente in Italia dal 2011, cioè da 10 anni. Non ha lo status di rifugiato politico in quanto non ne ha i requisiti, ma gode di protezione internazionale, in quanto si teme che tornando a casa potrebbe rischiare la vita.
Come tale poteva avere dunque anche un lavoro.
Da qualche giorno dormiva in una stanza presso la canonica di Ranzo.
 

 
Stamattina la vittima era andata a prenderlo con la macchina per portarlo a una visita medica. Per evitare il contagio, l’uomo sedeva dietro e la signora stava alla guida.
D’un tratto l’ivoriano ha estratto una forbice, ha afferrato la signora per il collo e la ha accoltellata più volte mentre guidava.
La donna ha urlato, ha fermato la macchina, è uscita ed è scappata. Poi, sopraffatta dalle ferite e dallo shock, si è accasciata al suolo.
 
L’uomo però era uscito dalla macchina e l’aveva raggiunta per continuare la sua aggressione.
Sentendosi nuovamente vittima dei fendenti dell’ivoriano, la signora trovava la forza di alzarsi e tornare alla macchina. Seduta al posto di guida, provava a scappare dalla furia dell’aggressore, il quale si era aggrappato alla macchina.
Quando l’auto prese velocità, l’ivoriano ha perso la presa ed è rovinato a terra.
La donna dopo qualche minuto fermava l’auto e si accasciava sul volante.
 
Qualcuno l’ha vista e ha chiamato soccorsi. Sono arrivati subito sia i Vigili del Fuoco che i Carabinieri.
La donna è stata portata con l’elicottero al S. Chiara, i Carabinieri sono andati a cercare l’ivoriano in canonica, dove gli avevano detto che dormiva.
La porta era chiusa e l’hanno abbattuta. Dentro, hanno trovato il principio d’incendio, che i Vigili del Fuoco hanno spento facilmente.
 

 
Poi è scatta la caccia all’uomo che, con l’aiuto di volontari e Vigili del fuoco, si è conclusa a Sarche, dove quattro carabinieri hanno fermato l’ivoriano e lo hanno portato al carcere di Spini di Gardolo.
Tecnicamente si tratta di arresto in flagranza di reato poiché, da quando ha commesso il reato a quando è stato catturato, le ricerca non sono mai state interrotte.
 
In tutti casi, entro 48 ore il presunto aggressore verrà interrogato dal GIP di Trento, che verificherà la legittimità del fermo e confermerà l’eventuale arresto.
In quella occasione, forse, potremo sapere per quale motivo il disgraziato ha aggredito la povera signora di Ranzo.
La quale signora è sempre in ospedale, ma non in pericolo di vita.

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