«Pare impossibile, ma è successo anche in Vallarsa»
Il J’accuse! accorato del presidente dell’ANPI del Trentino per un grave incidente sul lavoro, fortunatamente non tragico, simile a quello accaduto a Prato
È gravissimo quello che è successo in Vallarsa, nella conceria di S. Anna (frazione Sega), dove una giovane operaia di 22 anni ha rischiato di morire incastrata in una rulliera per il pellame.
È rimasta gravemente ferita, ma per fortuna è viva.
È gravissimo perché poteva succedere come all'altra ventiduenne Luana D'Orazio a Montemurlo di Prato: lei non ce l'ha fatta ed è morta.
Ma anche per la giovane di Vallarsa il rischio di morire è stato evidente: trenta minuti, trenta interminabili minuti con il braccio incastrato in una macchina per la lavorazione del pellame.
Immaginiamo lo straziante dolore. Poi la macchina si è fermata.
Ma non è possibile che questo tipo di incidenti accada, non è possibile che questo tipo di macchine sia letale: quale piano sicurezza è previsto?
Sugli incidenti nel lavoro si sprecano parole e discorsi, che si rinnovano puntualmente ogni volta che l'incidente, e succede giornalmente, diventa tragedia mortale, magari ci si commuove di più se la vittima è giovane e bella come Luana, massima cattiva coscienza.
Bisogna pur dire che gli incidenti sul lavoro, specialmente numerosi nelle piccole aziende, come è la conceria di Vallarsa (12 dipendenti) sono figli legittimi del processo montante delle diseguaglianze, contro il quale lavoratori e lavoratrici, queste particolarmente e a ragione arrabbiate, sono scesi in piazza nonostante i ripetuti richiami alla moderazione.
Ma quale moderazione? Di che cosa stiamo parlando?
Si muore di lavoro in ogni settore produttivo, si può morire anche nella tranquilla e appartata Vallarsa.
Non si può tacere, non si può voltarsi da un'altra parte. Speriamo che la giovane operaia della conceria di S. Anna guarisca bene e che la solidarietà non la faccia sentire sola.
Mario Cossali
Presidente Anpi del Trentino
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