Lotta alla criminalità organizzata in Trentino
Processo «Perfido», arriva la prima condanna per mafia – Fugatti: «Doveroso continuare a tener alta la guardia»
Nell’ambito del processo «Perfido», sulle infiltrazioni della ’Ndrangheta nel settore del porfido in val di Cembra, si ha una prima condanna. La sentenza è stata emessa questa mattina a Trento dal gup Enrico Borrelli.
Il calabrese Saverio Arfuso, di 49 anni, è stato condannato a 10 anni e 10 mesi di reclusione per i reati di associazione mafiosa e di riduzione in schiavitù.
L’uomo dovrà anche pagare oltre mezzo milione di euro di risarcimento alle parti civili e ai tre operai cinesi ridotti in schiavitù.
Arfuso insieme ad altri 3 imputati aveva scelto il rito alternativo.
Hanno patteggiato la pena Mustafà Arafat, macedone di 45 anni e Giuseppe Paviglianiti, di 61 anni, incensurato, anche lui calabrese ma residente a Trento.
Per entrambi però è caduta l’accusa più pesante, quella di associazione mafiosa.
Assolto Fabrizio De Santis, il carabiniere di Roma che secondo i pm aveva ricoperto il ruolo di «braccio operativo» dell’organizzazione criminale.
Immediata la reazione del presidente della Provincia Fugatti.
«Dobbiamo essere grati a chi combatte il crimine in tutte le sue forme ed infiltrazioni.
«Il Trentino deve continuare a tener alta la guardia per proteggersi da chi cerca terreni nuovi dove far crescere le proprie attività illegali.»
Così il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, commenta la notizia della sentenza che ha visto la prima condanna legata al cosiddetto processo “Perfido”.
«Il Trentino – prosegue il presidente – ha costruito la propria storia e la propria reputazione su valori come la correttezza ed il rispetto della legalità.
«Ecco perché occorre continuare a vigilare, tutti insieme, affinché la correttezza e la qualità che da sempre contraddistinguono il sistema trentino non vengano inquinate: episodi come quelli cui stiamo assistendo ci dimostrano infatti che i danni, soprattutto quelli immateriali, sono incalcolabili.»
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