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Scovata casa d’appuntamenti travestita da sala massaggi

Denunciata la tenutaria e i due collaboratori, sequestrato l’immobile a Trento

La scorsa settimana personale della Squadra Mobile di Trento, in esecuzione ad apposito decreto disposto dal GIP presso il Tribunale di Rovereto, su richiesta della locale Procura della Repubblica, ha sequestrato un immobile sito a Trento nei pressi dell’ospedale Santa Chiara, poiché in teoria vi ospitava un centro massaggi, ma di fatto veniva esercitata attività di prostituzione.
L’attività d’indagine scaturiva dalle dichiarazioni di una cittadina extracomunitaria, che raccontava di essere stata assunta da una connazionale affinché esercitasse l’attività di massaggiatrice presso un immobile sito nei pressi del lago di Garda, ma che poi era stata costretta dalla donna al meretricio, così come altre sue connazionali.
La sfruttatrice veniva alacremente aiutata da un italiano, che faceva da factotum, cercando, tra le altre cose, di risolvere i problemi personali che sorgevano tra le ragazze o rendendosi disponibile a reperire artigiani per gli interventi di manutenzione dei locali, i cui proprietari erano ignari di quanto vi avvenisse.
 
L’attività veniva in un secondo momento svolta anche a Trento presso un secondo immobile, sito nella zona dell’ospedale e ceduto da un ulteriore cittadino italiano, risultato perfettamente a conoscenza dell’attività svolta al suo interno, della quale era pienamente co-responsabile e che favoriva con comportamenti fattivi.
L’attività non cessava neppure a seguito delle perquisizioni, svolte da questa Squadra Mobile su delega della citata Autorità giudiziaria, che consentivano di rinvenire la somma di 14.625 euro in contanti, nonché vario materiale da cui si evinceva l’attività di prostituzione.
Anche l’analisi dei device sequestrati nell’occasione confermava sostanzialmente quanto già emerso, ovvero che all’interno dei centri massaggi suddetti veniva di fatto esercitata attività di meretricio.
 
Pertanto la donna e i due uomini venivano deferiti per i reati previsti e puniti dall’art.110 del codice penale e dagli articoli 3 e 4 della legge nr.75/58, e l’Autorità giudiziaria disponeva il sequestro dell’immobile sopra indicato.

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