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Ricerche frenetiche in provincia di Bolzano

L’arma dei carabinieri soccorre un bambino in difficoltà disperso nel bosco

Nel tardo pomeriggio di ieri, i militari della Compagnia Carabinieri di Bolzano sono stati impegnati nelle frenetiche e concitate ricerche di un minore di anni 13, affetto da disturbo dello spettro autistico, allontanatosi volontariamente da casa. Il bambino, uscito di casa per recarsi alla scuola pomeridiana, aveva fatto insospettire la madre che, contattatolo telefonicamente, aveva percepito che il figlio non aveva raggiunto l’istituto.
La donna, visibilmente agitata e scossa, si è subito recata dai Carabinieri che, immediatamente, hanno attivato il piano provinciale per la ricerca persone scomparse.
I militari dell’Arma, grazie anche alla specifica formazione in tema di minori e fasce deboli e alla sensibilità che li contraddistingue, sono riusciti a carpire la fiducia del bambino instaurando con lo stesso costanti contatti telefonici.
 
Durante una di queste molteplici telefonate, in cui il bambino rispondeva in maniera criptica e per stereotipi, la Maresciallo Giorgia Barberio è riuscita ad udire un messaggio preregistrato delle ferrovie dello stato con cui si invitavano i passeggeri a «allontanarsi dalla striscia gialla»; grazie alla caparbietà, alla sagacia e alle doti empatiche del sottufficiale è stato possibile orientare le ricerche lungo la tratta ferroviaria Bolzano-Vipiteno.
L’Arma ha quindi attivato tutti i comandi Compagnia aventi competenza su tutte le stazioni ferroviarie presenti lungo l’itinerario, presidiando le stesse con diverse pattuglie da Bolzano, a Ortisei e Bressanone, sino a Vipiteno.
La successiva geo localizzazione del cellulare in uso al bambino ha permesso di circoscrivere l’area di ricerche in zona Chiusa (Bressanone), in un’area boschiva prossima all’abitazione del padre non convivente che, verosimilmente, il bambino aveva deciso di raggiungere di sua volontà.
 
La totale sinergia tra l’Arma dei Carabinieri, i VV.FF. volontari ed il soccorso alpino, ha consentito, anche grazie al ricorso ai cani molecolari e ad un drone termico, di individuare il minore, infreddolito e spaventato, sia per il calare della notte, nel frattempo sopraggiunta, ma anche per le eventuali conseguenze cui sarebbe potuto andare incontro.
Proprio il timore di essere sgridato dai genitori ha reso più ardue le ricerche, in quanto il bambino, intimorito, ogni volta che scorgeva le luci dei soccorritori vi si allontanava, obbligando gli stessi a rimodulare il dispositivo e ad effettuare una ricerca concentrica per circondare il bambino, fortunatamente ritrovato in ottime condizioni di salute e successivamente affidato alle amorevoli cure del papà.

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