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Arrestato a Rovereto il borseggiatore seriale

Arrestato uno straniero di 22 anni già noto alle forze dell’ordine per furto aggravato

Nei giorni scorsi i militari della Radiomobile di Rovereto hanno tratto in arresto uno straniero di 22 anni, con precedenti di polizia, già noto alle forze dell’ordine e non in regola con gli obblighi di permanenza sul territorio nazionale, per il reato di furto aggravato.
I fatti si sono svolti sul treno che assicura la tratta Bolzano – Verona dove una laureanda in medicina, che tornava nella città scaligera, appena salita a Trento si accorgeva di essere stata vittima di un ladro che le aveva sottratto il telefono cellulare.
La ragazza senza perdersi d’animo, per mezzo del computer portatile che utilizza per seguire le lezioni presso il polo universitario tridentino, localizzava il telefono ancora su quel convoglio ferroviario, per cui allertava il capo treno segnalandogli il fatto.
 
Quando il tracciamento del telefono ha reso chiaro che il borseggiatore stava lasciando il treno alla fermata di Rovereto, il capotreno avviava la segnalazione al numero d’emergenza 112 raccontando i fatti.
L’operatore della Centrale Operativa dei Carabinieri di Rovereto inviava prontamente la pattuglia del Radiomobile i cui componenti, nonostante il tentativo del responsabile di confondersi tra i numerosi viaggiatori che affollavano il piazzale antistante la stazione ferroviaria, lo individuavano anche grazie al costante trillo della suoneria del cellulare attivata nel frattempo dal capotreno. Ed infatti, durante le operazioni di identificazione, tra i capi di vestiario contenuti in una borsa, veniva rinvenuto il telefonino oggetto di furto che stava ancora ricevendo la chiamata; quindi uno dei due carabinieri rispondendo alla telefonata del capotreno dava la notizia del recupero del maltolto alla vittima.
 
A questo punto nei confronti del borseggiatore, già autore di fatti analoghi, scattavano le manette per il reato di furto con la specifica aggravante di averlo commesso su di un mezzo di trasporto pubblico, venendo quindi trasferito presso la casa circondariale di Spini di Gardolo.
L’apparato telefonico, riconosciuto dalla vittima, nel frattempo ritornata a Rovereto per sporgere denuncia, è stato poi restituito alla stessa permettendole di rientrare a Verona con il bene recuperato.
Il buon esito dell’attività degli uomini dell’Arma di Rovereto è stato possibile grazie alla sinergia tra l’incessante azione di prevenzione e repressione ed il contributo che la società civile, in questo caso vittima e capotreno, hanno dato con la loro preziosa collaborazione.

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