Ricordate il libico che aveva accoltellato due carabinieri a Padova?
Era stato rimesso in libertà perché «non pericoloso». Una fortuna che non sia pericoloso, perché è tornato sul luogo del delitto
I nostri lettori ricorderanno il caso, perché se ne era occupato il nostro «satiro», la Talpa (vedi).
Era accaduto giovedì della scorsa settimana a Padova, dove uno spacciatore libico senza fissa dimora, Imed Khannoussi, aveva aggredito due carabinieri a coltellate, ferendone uno in maniera piuttosto grave.
Dopo l'arresto per tentato omicidio è stato subito scarcerato e rimesso in libertà dal giudice che ha disposto per lui soltanto il divieto di dimora a Padova.
Sabato notte, invece, Imed Khannoussi è tornato a spacciare a Padova, nelle zone di via Tonzig, via Confalonieri e nel centro commerciale Giotto.
Come se questo non bastasse a delineare il quadro desolante di impunità, nonostante il divieto di dimora imposto per lui dal giudice, l'uomo è stato sorpreso domenica mattina da una volante della polizia in una casa abbandonata tra via del Pescarotto e via Friburgo, distante appena 400 metri in linea d'aria dal Comando provinciale dei Carabinieri.
La polizia non ha potuto fare altro che segnalare alla magistratura la violazione del divieto di dimora per far scattare la cosiddetta «misura di aggravamento», sperando che almeno questo basti ad assicurare alle patrie galere un delinquente incallito.
C’è poco da fare: per finire in galera bisogna fare un’estorsione come ha fatto Fabrizio Corona.
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