Giallo di Pergine Valsugana risolto, con un’appendice
Oltre che il tentato omicidio, la vicina è stata denunciata per furto aggravato
I carabinieri del Nucleo Investigativo di Trento con quelli del NORM di Borgo Valsugana hanno posto in essere una serie di accertamenti mirati sui «Compro oro» della Valsugana e di Trento per accertare se i preziosi di cui la vittima aveva da tempo denunciato il furto potessero essere stati venduti in cambio di liquidità dalla donna fermata per tentato omicidio.
Ebbene, una notevole serie di pezzi in oro giallo, catenine, bracciali (anche per un controvalore di 700,00 euro), tutti debitamente riconosciuti come propri dalla vittima dell’aggressione del 9 luglio, sono stati trovati dagli inquirenti presso un «Oro-cash» di Pergine.
Ciò che ha consentito agli investigatori di deferire immediatamente alla Procura della Repubblica di Trento la vicina di casa per furto aggravato è che la stessa, nel depositare e cambiare con danaro i monili, aveva placidamente (e correttamente, come legge prevede) indicato i propri dati anagrafici completi in corrispondenza di ogni consegna.
L’ultima rendita incassata ammontava a 180 euro ai primi di giugno scorso, per aver venduto un gancio di collana in oro giallo. Dovrà pertanto rispondere anche di tali condotte la donna fermata sabato sera.
In mattinata intanto il GIP di Trento, dott.ssa Miori, ha disposto la permanenza in carcere della donna, pur non convalidando il fermo, confermando così il consistente quadro indiziario raccolto dai carabinieri.
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