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La scomparsa Giorgio Ziosi nel ricordo di Enrico Paissan

Era l'ultimo esponente di quella generazione che nel secondo dopoguerra si è trovata a rappresentare in Trentino la politica del Partito Comunista Italiano

Se ne è andato anche Giorgio Ziosi, l'ultimo esponente di quella generazione che nel secondo dopoguerra si è trovata a rappresentare in Trentino la politica del Partito Comunista Italiano: un compito tutt'altro che facile in un territorio nel quale la Dc esercitava un predominio pressoché assoluto dall'alto della sua egemonia elettorale, frutto di una storia segnata dalla cultura e dal solidarismo propri della tradizione cattolica.

Erano tempi, quelli, nei quali il livello del confronto, condizionato da una radicale contrapposizione tra mondo occidentale e blocco orientale, non consentiva di fatto alcun approccio fondato sulla competizione delle idee e delle proposte concrete, una incomunicabilità che, non certo a caso, iniziò a incrinarsi con i processi innescati dalla stagione riformatrice e dalla politica di modernizzazione impersonata da Bruno Kessler, dall'Università al primo piano urbanistico provinciale, tema quest'utimo sul quale si verificò una significativa convergenza con l'opposizione comunista.
 
A questo processo, che segnò di fatto l'uscita da uno sterile arroccamento, diede un decisivo contributo la componente che nel Pci interpretava le esigenze di misurarsi con le grandi trasformazioni in atto nel Paese ed anche nella nostra realtà, per uscire da un isolamento che aveva confinato il partito in una periferica ed ininfluente condizione minoritaria.
Di questa componente, l'elemento di punta era rappresentato proprio da Giorgio Ziosi, espressione assieme a Carlo Scotoni di quella dimensione urbana, verrebbe da dire borghese, particolarmente sensibile alle esigenze di rinnovamento della società trentina.

In effetti, quella del rinnovamento fu una delle costanti dell'impegno professionale e politico che vide Giorgio misurasi dapprima nel Consiglio comunale di Trento e successivamente in Consiglio regionale e provinciale, del quale rivesti pure con autorevolezza la carica di Vicepresidente negli anni ottanta del secolo scorso che vide finalmente con il suo determinante contributo il riconoscimento sul campo del ruolo della assemblea legislativa dell'autonomia trentina, di fatto considerata sino ad allora una sorta di appendice del governo di piazza Dante.
 
Come non ricordare, infine, di Giorgio Ziosi l'uomo di cultura, il sensibile appassionato di musica, della pittura, dell'arte in generale e l'architetto/urbanista sempre alla ricerca di nuove frontiere professionali?

Con Lui scompare un amico sincero, dal profilo gentile e dai modi delicati, in alcun modo intrusivo e capace di gesti e di scelte di vita cariche di una modestia mai esibita ma non per questo meno vera.Enrico Paissan

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