La Provincia impugna alcune disposizioni del decreto Monti
Si contestano alcune normative che violano lo Statuto di Autonomia, tra le quali la «Riserva per l'Erario»

La Giunta provinciale, nella seduta odierna, su proposta del presidente Lorenzo Dellai, ha deciso di impugnare avanti alla Corte costituzionale alcune disposizioni del decreto legge 6 dicembre 2011 n. 201, riguardante le «Disposizioni urgenti per la crescita, l'equità e il consolidamento dei conti pubblici».
Bisogna precisare che si tratta di ricorsi che la nostra provincia deve mettere in campo quasi sempre in occasione di manovre finanziarie nazionale, perché lo Stato cerca sempre di aggirare le norme dello Statuto di Autonomia.
Ci sono delle regole precise che stabiliscono - ad esempio - quali tasse debbano essere riservate all'Erario. Esse devono avere carattere straordinario, essere limitate nel tempo e a scopo mirato all'emergenza.
Ben poche le misure del Governo Monti hanno il carattere di breve durata.
Lo Stato ha altre misure da mettere in campo per recuperare l'aumento delle disponibilità finanziarie che con le manovre fiscali genera a favore della Provincia autonoma di Trento. Misure che adotta comunque anche quando ne fa Riserva dell'Erario.
Inoltre, molte delle misure che intende adottare con le manovre fiscali non ricadono nelle Province autonome perché queste hanno autonomia su quasi tutti i fronti.
In particolare la Giunta provinciale, facendo seguito alle precedenti impugnazioni delle analoghe norme statali varate con le manovre finanziarie del Governo Berlusconi, contesta allo Stato di riservare a se stesso le maggiori entrate derivanti dall'applicazione delle norme di natura tributaria introdotte con il decreto Monti e di prevedere interventi al risanamento della finanza pubblica senza un preventivo accordo con la Provincia autonoma di Trento, in violazione delle specifiche regole definite nello Statuto Speciale, anche in seguito all'Accordo di Milano, e nelle relative norme di attuazione per la definizione dei rapporti finanziari con lo Stato.
Con la stessa delibera si contesta anche una disposizione specifica relativa al numero dei componenti degli organi di amministrazione e di controllo degli enti provinciali, la cui definizione rientra nell'esercizio delle podestà provinciali.
Infine la delibera prevede l'impugnazione di una norma che attribuisce funzioni ad organismi statali in materia di grandi dighe.
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