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A meno di sei mesi dalle politiche non c’è ancora una nuova legge elettorale

Una Legislatura i cui parlamentari hanno passato cinque anni litigando su tutto fuorché sui problemi del Paese

Il Parlamento non riesce a partorire la Legge elettorale. Ogni volta che il Presidente della Repubblica fustiga l’inerzia dei nostri parlamentari, i Gruppi corrono a lavorare d’impegno, ma risultati concreti non se ne vedono mai.
Ciò che viene da pensare è che in realtà non siano interessati a cambiarla, forse perché i partiti vogliono continuare a scegliere i parlamentari da mandare alla Camera o al Senato.
Oppure perché Centrodestra e Centrosinistra hanno paura di perdere le elezioni e non vogliono concedere premi di maggioranza a nessuno.
O forse per entrambe le ragioni.

Certo è che i parlamentari stanno dando una brutta immagine di sé anche in questo crepuscolo della XVI Legislatura, la più litigiosa e la più inconcludente della storia della Repubblica.
L’ultimo tentativo, che a quanto pare sembra destinato (fortunatamente) ad abortire è quello di prevedere DUE premi di maggioranza. Il che starebbe a significare che Centrodestra e Centrosinistra stiano continuando a pensare di non vincere le elezioni, ma che una buona alleanza con i Grande centro potrebbe portare al successo…
In tutti i casi la situazione è penosa e non vediamo l’ora che la legislatura passi la mano alla prossima.

Ma non illudiamoci, le poltrone che scaldano se le terranno strette e il più a lungo possibile per una serie di motivi.
La Lega non sarà più partito di governo. Il PDL si sta dividendo un una decina di formazioni politiche minori.
Il PD sta litigando pesantemente sul rinnovamento e la SEL (Vendola) non la vorrà nessuno. L’Italia dei Valori sta dimostrando di avere meno valori di quanti non ne predichi.
I Grillini sono un partito di protesta e, se tutto va bene, prenderanno in parte l’eredità della Lega.
Il Grande Centro sta accogliendo tutti i fuorusciti dalle due formazioni principali, rischiando di diventare così un insieme di correnti ingestibili.

Eppure, finché non ci sarà una legge elettorale (qualunque, fosse anche quella attuale), è inutile fare programmi politici, scelte di candidati, campagne elettorali. Il che si ripercuote inevitabilmente sulle realtà locali.
Pensando al nostro piccolo Trentino, si provi a pensare a come procedere a una scelta di candidati senza precise indicazioni.
Fra tutti, il presidente Lorenzo Dellai, che con la legge elettorale attuale non potrebbe candidare senza dimettersi in questi giorni (cosa che non farà mai).
È ben vero che se candida per diventare ministro, non deve necessariamente essere eletto al Parlamento, ma si tratta pur sempre di una situazione assurda.

Ma dobbiamo avere pazienza. Mancano ancora cinque mesi, quindi stiamo tranquilli: vedrete che i nostri parlamentari metteranno la testa a posto e ci daranno una legge elettorale degna di un nome meno grottesco di… Porcellum.

GdM

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