Polemiche sulla scelta della Biancofiore alle Pari Opportunità
Gaffe del governo su alcuni nomi di viceministri e sottosegretari che fa pensare a scelte avvenute senza troppe valutazioni di merito
La nomina di viceministri e sottosegretari al governo Letta non è passata indolore.
Tre nomi sono saltati immediatamente in vetta alle polemiche, Micciché, Fassina e Biancofiore.
Se il primo rappresenta una parte discutibile del PDL, il secondo raffigura il partito del rigore fiscale in un governo che le tasse le vuole ridurre.
Ma è la Biancofiore a fornire maggiore materiale alle polemiche, perché è stata scelta per guidare le Pari Opportunità, quando in passato si è dichiarata contro i matrimoni gay e ha pronunciato frasi infelici nei confronti di trans.
Qui non ci interessa affrontare il problema degli omosessuali, anche se siamo del parere che la sessualità sia una discriminante inaccettabile al pari di razza e religione.
Certamente chiunque ha diritto di avere una sua opinione e quindi anche l’onorevole Biancofiore.
Quello che non può sfuggire è che la parlamentare bolzanina del PDL ha espresso opinioni in contrasto con la sua nuova carica che la vorrebbe super partes per definizione.
Le associazioni gay si sono sollevate, la sottosegretario ha protestato che prima di gridare al lupo! la si deve vedere all’opera.
E in effetti è possibile che sappia fare il suo lavoro con serenità e distacco, ma non cancellerebbe l'idea preconcetta della gaffe che farebbe il contadino se mettesse una faina a guardia delle galline.
Insomma, la nostra opinione è che se la scelta dei ministri è stata il frutto di un delicatissimo lavoro di architettura politica, la scelta dei sottosegretari potrebbe essere avvenuta chiedendo ai partiti i nomi dei prescelti tout-court.
Il caso e le combinazioni poi hanno fatto il resto.
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