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«Torniamo protagonisti della nostra storia: possiamo farcela»

Accorata lettera aperta di Marino Simoni Consigliere provinciale di Progetto trentino, agli abitanti del Primiero

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La festa di Pasqua, che per noi credenti è per eccellenza la testimonianza della resurrezione e pertanto della somma speranza, mi dà l’occasione per esprimere una serie di riflessioni a voce alta, che vorrei trasferire a tutti i miei convalligiani di Primiero, ma che credo possano essere di riflessione e suggerimento ai Trentini tutti.
Ho l’impressione che Primiero stia vivendo un vero momento di venerdì santo, un momento nel quale sembra che l’unica soluzione possibile sia l’angosciante preghiera del Cristo sulla croce «Dio mio perché mi hai abbandonato?»
Respiro un’aria di disfatta e di scoraggiamento, mai vissuta fino ad ora, anche nei lunghi periodi della mia esperienza amministrativa.
 
Certo, la situazione economica generale lascia desiderare. Ma a Primiero la stessa lascia a desiderare maggiormente.
Molte aziende soffrono e troppe o chiudono o stanno per chiudere; il turismo langue, non forse nei numeri delle presenze ma certamente nei risultati economici e nei bilanci aziendali; la medesima Cassa Rurale, motore finanziario della Valle, presenta bilanci non certo sereni. Il settore degli impianti di risalita è in quasi fallimento.
Molte, troppe famiglie hanno nel loro interno disoccupati o cassaintegrati. Il settore dell’edilizia è al palo e non vede alcuna luce in fondo al tunnel.
Non brillano certo di risultati eclatanti le Pubbliche amministrazioni locali, che dovrebbero essere il faro e la guida, soprattutto in questi momenti difficili. La stessa politica provinciale sembra guardare stancamente da lontano una vecchia nobile ed orgogliosa signora che un po’ alla volta si sta spegnendo.
E quest’aria la respirano soprattutto i giovani, che sempre più numerosi decidono, a malincuore, di lasciare questa splendida terra, ricca di tradizioni, di autogoverno, di intuizioni che l’hanno resa nota e famosa, ma che oggi non riesce più a trasferire ed assicurare nulla.
 
Qui è nato Luigi Negrelli, ideatore, progettista e realizzatore di gran parte del sistema ferroviario dell’Impero Austroungarico e della Federazione Elvetica, nonché ideatore e progettista di quell’opera strategica per gli equilibri economici dell’ottocento e non solo, che è il Canale di Suez.
Qui è nata con una delle prime Centrali idroelettriche del mondo, quella perla che è l’Azienda consorziale dei servizi municipalizzati di Primiero, che ha contribuito allo sviluppo della nostra valle e che ha portato nel suo oltre un secolo di vita, lavoro, sviluppo, ricchezza e non solo ai Comuni suoi proprietari, ma a tutta quella realtà sociale che rappresenta Primiero che ad essa ha fatto e fa riferimento.
Qui sono iniziate negli anni del dopoguerra le prime straordinarie esperienze dei Focolarini, che con Chiara Lubich e i suoi confratelli proprio in questa Valle hanno trovato alimento, ossigeno, ispirazione.
Qui, in particolare a Villa Pisoni si è rafforzata la FUCI, la Federazione degli universitari cattolici, con la presenza di quello che diventerà Papa Paolo VI, Giovanni Battista Montini e di molti autorevoli rappresentanti di quella Democrazia Cristiana, che tanto ha dato al nostro paese.
Qui venivano a soggiornare d’estate i Patriarchi di Venezia e la Val Canali ha visto sia la presenza di quello che diventerà presto il Santo Papa buono Giovanni XXIII e dell’allora card. Albino Luciani poi papa Giovanni Paolo I.
 
Ma questa è anche la terra che per prima in Trentino ha conosciuto l’esperienza comprensoriale compiuta, di quella capacità della pubblica amministrazione territoriale di lavorare assieme, foriera di molti successi e risultati.
Perché allora, oggi, tutto questo sembra tramontato?
Dicevo all’inizio che per noi credenti non c’è vita, non c’è nulla senza il credo nella resurrezione. E di questo abbiamo bisogno ora noi primierotti e noi trentini, di una forte iniezione di speranza e di ottimismo.
E’ questo il primo compito che spetta alla politica con la P maiuscola: trasmettere speranza ed ottimismo!
Certo chi aspetta lavoro, chi vede il proprio lavoro e le proprie fatiche di una vita svanire e andare in malora, chi non ha prospettive per il domani non si aspetta solo parole.
 
Per questo rivolgo con questa mia un forte ed accorato richiamo ed una forte sollecitazione ai Comuni, affinché riprendano il timone della situazione in questo delicato momento della nostra storia di Valle.
Lo facciano rapidamente, attivando prima di tutto un urgente e rapido «Piano speciale per l’occupazione» per garantire a tutti i disoccupati presenti uno stipendio.
Si rinunci a qualche opera pubblica e si concentrino le risorse per lavori «socialmente utili», sia rafforzando il Progettone provinciale, sia l’Azione 10, sia integrando le squadre della Forestale che dei Bacini Montani.
Sono esperienze già vissute e praticate negli anni cinquanta, quando per garantire un minimo stipendiale ai propri cittadini i Comuni assunsero stagionalmente centinaia di persone per realizzare e sistemare tratti stradali, sentieri, parchi, passeggiate e altro.
Lo si faccia subito: si ridia speranza ai nostri concittadini in difficoltà, mettendo a disposizione risorse che sono di tutti e per questo anche e soprattutto di chi si trova in maggiore disagio.
 
Non possiamo poi lasciare andare in malora il sistema impiantistico invernale. È lo scheletro portante del nostro turismo. Se fallisse, fallirebbero con lui molte aziende turistiche.
Si sostenga pertanto lo sforzo che alcuni operatori stanno facendo per gestire e far andare avanti il sistema.
Si dia rapida realizzazione al collegamento San Martino Passo Rolle con il moderno e futuristico impianto, con l’auspicio e la convinzione che quell’infrastruttura stimoli nuovamente il privato e con esso il pubblico a dare corso rapidamente alla progettazione e realizzazione del collegamento tra la Valle e di Primiero e San Martino di Castrozza.
Anche questo è un ulteriore tassello di quella grande filosofia e intuizione che era stata denominata «oil free zone», filosofia e intuizione che ha fatto conoscere nel mondo quanto realizzato nella nostra Valle.
Quel progetto non può non essere ripreso, rafforzato e rivitalizzato. Mi riferisco al progetto legno, al progetto idrogeno, al progetto biometano oggi lasciati nei polverosi cassetti della burocrazia.
Certo per fare questo, nel trasferire la convinzione all’azione, nel C.d.A di ACSM non potranno più sedere i Sindaci. Loro hanno altre cose da fare e curare.
A loro spetta esprimere la proprietà, non la gestione della società intercomunale. Si torni dunque ad una gestione manageriale, unica strada per non far morire anche ACSM.
 
Certamente dobbiamo anche lavorare tutti per una semplificazione rapida della realtà amministrativa di Valle, convinto che il primo risparmio dei costi della politica non sarà solo la riunificazione dei Comuni ma la rapidità e certezza delle decisioni.
Non possiamo però proporci obbiettivi irrealizzabili e non logici, come quello di credere oggi nella realizzabilità di un unico Comune di Valle, ora prematuro, illogico ed antistorico.
Dobbiamo invece lavorare convinti sulle possibili soluzioni, concrete e fattibili in particolare ragionando per un unico Comune nel Sopra Pieve ed auspicando che Mezzano si unisca con Imer.
Queste due realtà assieme con il Comune di Canal San Bovo potranno costituire una nuova massa critica per dare risoluzione agli urgenti problemi della Valle, lavorando congiuntamente in una Comunità dei Comuni per i problemi sovracomunali.
 
L’auspicio è che ridiventiamo protagonisti della nostra storia, convinti che non solo possiamo farcela, ma che abbiamo le forze, le energie e le intelligenze per farcela, senza aspettare che Babbo Natale venga da chissà dove per risolvere i nostro problemi, che noi possiamo risolvere, con un po’ di buona volontà, con maggiore fede e con un po’ di giusto orgoglio.
 
Marino Simoni
Consigliere provinciale di Progetto trentino

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